Una nuova serata per spiegare il Master Plan 2035, il Protocollo d’Intesa e gli annessi e connessi relativi al potenziale sviluppo dell’Aeroporto di Malpensa.
Un ringraziamento al Circolo Laudato Sì “San Francesco” di Busto Arsizio, al Circolo di Legambiente BustoVerde e alla Delegazione FAI del Seprio per aver organizzato questo evento e alla Galleria Boragno per ospitare la serata.
Scendere a patti, soprattutto quando si parla di ambiente, certe volte non è proprio ammissibile. Che sia di 45, di 20 o anche di un solo ettaro, l’espansione dell’attuale sedime aeroportuale verso sud per noi è assolutamente inaccettabile.
Non abbiamo mai cambiato idea, questa è e sarà sempre la nostra posizione.
Abbiamo sempre sostenuto e ribadito in ogni occasione e sul nostro blog le nostre riflessioni a riguardo, mettendole a disposizione di tutti, sostenendo pubblicamente la posizione del Parco del Ticino, l’unica veramente sostenibile e in grado di garantire la tutela e conservazione dell’ecosistema della brughiera e anche la possibilità di espansione dell’area cargo.
Non possiamo tacere il nostro disappunto per la sottoscrizione dell’accordo avvenuta oggi da parte ditutti i sindaci del Cuv, dalla provincia di Varese, da Regione Lombardia, da Enac e da SEA. Manca all’appello il Parco del Ticino, Ente a quanto pare decisamente scomodo, spesso e volentieri denigrato e non citato nemmeno negli incontri pubblici anche dai Sindaci stessi.
Il Parco ha deciso, giustamente secondo noi, di abbandonare il tavolo regionale nelle scorse settimane a fronte dell’ennesimo immotivato diniego da parte di SEA e ENAC (quelle realtà che il dialogo con ilterritorio va bene ma solo se ci danno ragione) rispetto alle proposte alternative presentate per salvaguardare la brughiera e consentire ugualmente l’espansione dell’area cargo all’interno del sedime aeroportuale.
Abbiamo letto gli impegni presi da parte dei sottoscrittori. Avevamo già messo in evidenza come le proposte di SEA, contenute nel Master Plan, individuate per il recupero della brughiera fossero prive di qualsiasi validità scientifica sin dalla prima pubblicazione del Master Plan 2035. Pubblicazione che era stata bocciata dalle osservazioni anche dei Comuni. Perché adesso invece vanno bene?
Cosa è cambiato nel frattempo? Di sicuro, ed è talmente scontato che fa pure specie dirlo, l’unica certezza è che verranno cancellati per sempre 44 ettari di brughiera e che nessuna delle compensazioni o supercompensazioni previste potrà mai realmente compensare questa perdita. Nessuna di quelle previste o ipotizzate!
Sulla supercompensazione poi, non solo si offre una quantità decisamente inferiore rispetto a quanto si perde, ma soprattutto se guardiamo alla qualità si sta barattando un’area preziosa e ricca di biodiversità,
sapendo di perderla per sempre, con un’area a confronto scarsa di cui ci si accontenta con forse la convinzione di avere avuto la meglio?
Ci spiace molto, ma crediamo che questo accordo rappresenti uno dei punti più bassi della storia di Malpensa, proprio perché ci sembra di essere tornati al 1999, quando si scrissero una lunga serie di impegni, senza poi realizzarne nessuno.
Oggi siamo di fronte ad una lista quasi uguale (spoiler: ci sono punti di quella lista che dal 1999 aspettano ancora di essere realizzati), fatta dagli stessi soggetti che fino ad oggi non hanno dato seguito a quegli impegni.
Ora però di sicuro c’è in vista un’azione irreversibile, la distruzione della brughiera!
Rispetto poi alla centrale fotovoltaica e alla rinuncia alla Terza Pista ci chiediamo quale sia la credibilità di SEA. La stessa SEA che aveva annunciato, presentando il Master Plan 2035, che la terza pista non era prevista e che poi invece era ben descritta nei documenti consegnati per la procedura di VIA.
Inoltre, per la centrale fotovoltaica sottolineiamo che le stesse regole di safety previste per la navigazione aerea la definiscono incompatibile con la presenza di un aeroporto di grosse dimensioni e capacità.
Ci domandiamo quale valore giuridico vincolante abbia il protocollo sottoscritto oggi, rispetto alle scelte di potenziamento dell’aeroporto previsti e annunciati dalla stessa SEA per il post 2035, quando sempre a detta di SEA la realizzazione della terza pista sarà necessaria.
Rimaniamo in attesa di leggere tutte le parti dell’accordo, comprese quelle relative alle opere infrastrutturali promesse da Regione Lombardia. Anche perché vorremmo capire se giuridicamente questo accordo può modificare il Master Plan 2035 in corso d’opera, oppure se l’iter oggi previsto dovrà essere annullato e si dovrà ricominciare da capo, visto che sono state inserite opere viabilistiche oggi non previste e non valutate nel loro impatto ambientale.
Sarà sufficiente una VIA per il Master Plan e queste opere? Assolutamente no, perché a fronte di queste modifiche lo strumento previsto per legge per calcolare gli impatti di una serie di piani e programmi è una VAS, quella che da sempre associazioni e comitati chiedono.
Noi continueremo a chiedere quel che è giusto per salvaguardare la brughiera. Per quanto ci riguarda la sottoscrizione di questo accordo di inaccettabile compromesso non segna la conclusione della nostra battaglia.
In queste settimane si rincorrono voci e dichiarazioni su quale espansione dell’aeroporto di Malpensa sia accettabile e digeribile dal territorio, in primis dai sindaci del Cuv.
Per quanto ci riguarda, anche la sola espansione di un centimetro quadrato dell’attuale sedime aeroportuale verso sud è assolutamente inaccettabile.
Se è vero che le previsioni dei numeri del settore cargo che prendiamo per buoni – vorremmo sommessamente ricordare però che le previsioni dei posti di lavoro su Malpensa parlavano di 200.000 lavoratori coinvolti e si sono dimostrate decisamente gonfiate – ci chiediamo perché non vengano presi in considerazione gli spazi all’interno del sedime aeroportuale per ampliare la zona cargo.
Abbiamo letto il Master Plan 2035 e le integrazioni presentate in seconda battuta. È evidente che le alternative suggerite e scritte nelle osservazioni vengono scartate a priori dal gestore aeroportuale senza una motivazione seria e credibile.
Ci sono parecchi ettari all’interno dell’attuale sedime aeroportuale “blindati” per costuire la terza pista. Quale zona migliore per ampliare la zona cargo!!!Si rinunci, una volta per tutte, alla terza pista e si utilizzino quegli spazi per ampliare la zona cargo.
Basterebbe citare il “consumo di suolo” vergine che comporta ogni alternativa presa in considerazione. La parte a sud, quella di brughiera, è un suolo vergine, unico e raro che offre tutta una serie di servizi ecosistemici; purtroppo invece non viene considerato tale, addirittura viene considerato meno di un suolo già urbanizzato e sui cui sono già costruiti capannoni vuoti o usati al 25% della capacità.
Leggiamo che dai 60 ettari iniziali (a cui vanno sommati i 30 vincolati per la terza pista al di fuori del sedime aeroportuale) si voglia passare a 45 ettari…in cambio di alcune “rassicurazioni” circa il recupero e la ricostruzione della brughiera.
Lo abbiamo sempre detto e lo ribadiamo ancora: l’habitat di brughiera, per la sua conformazione geomorfologica e pedologica non è assolutamente ricostruibile da nessun’altra parte. Lo dicono gli studi scientifici, le università e chi si occupa di studiare e ha studiato seriamente la brughiera e le lande secche europee.
SEA invece considera, da sempre, la brughiera come una realtà che si possa spostare a piacimento, ricostruire in 6/8 mesi. Non è assolutamente così!
Abbiamo letto sempre nei documenti presentati a supporto del Master Plan 2035, che esiste una brughiera sana e una “brughiera degradata”. Che credibilità ha una società per azioni che per giustificare la cancellazione di un habitat unico e raro si inventa una definizione di “brughiera degradata” che non esiste assolutamente nella nomenclatura scientifica?
Vale anche la pena ricordare che la disciplina internazionale ed europea da indicazioni diverse, rispetto agli ambiti naturali degradati. Questi, seppur degradati, continuano a fornire servizi ecosistemici, detto ciò questo degrado deve essere eliminato intervenendo migliorando l’ambiente naturale, piantumando nuove essenze e certo non cancellando in maniera irreversibile questi ambiti naturali ricoprendoli di colate di cemento e asfalto come invece vorrebbe fare SEA.
Abbiamo letto articoli e dichiarazioni che parlano di opere di compensazioni e di mitigazione per far “digerire” l’ampliamento del sedime aeroportuale. Si ignora volutamente che il piano del verde di Malpensa 2000, così come tutte le opere di mitigazione e compensazione previste dal Decreto D’Alema, al 99% non sono mai state realizzate.
Vale la pena poi ricordare che la zona interessata oggi dall’espansione del sedime aeroportuale cancellando la brughiera era una delle zone individuate per operazioni di ripiantumazione e di rispristino del verde.Ovviamente mai realizzate! MAI-REALIZZATE.
Quale credibilità possono avere questi soggetti? Semplicemente nessuna.
La nostra speranza è che i sindaci del Cuv non abbocchino a questa proposta. Chi non ha realizzato le opere di mitigazione e compensazione nel corso degli ultimi vent’anni, ripropone ora le stesse cose non realizzate in cambio appunto di una devastazione ambientale, cancellando la brughiera.
Davano garanzie di realizzazione vent’anni fa e abbiamo visto solo quanto non hanno fatto. Ripropongono le stesse garanzie oggi, ma dovrebbe essere evidente che hanno perso ogni credibilità.
Per favore, che si usi tutti il buon senso e non si permetta di distruggere la brughiera!
Carissime amiche e carissimi amici, vi invitiamo a partecipare a questa camminata. E’ l’evoluzione 2.0 della “Camminata di Primavera” che negli scorsi anni “apriva” gli eventi dell’anno.
Ecco perchè, con le realtà associative con cui avevamo organizzato il Bioblitz lo scorso 19 dicembre, abbiamo deciso oggi di proporvi questo nuovo evento.
Trovate tutte le informazioni per partecipare nel volantino…e come sempre fatelo girare e invitate i vostri amici e conoscenti.
Iscrizione obbligatoria, entro il 19 marzo, a salviamoilticino@libero.it
Partecipazione: una delle parole che auspichiamo identifichi sempre la nostra realtà.
Che sia una visita guidata o una conferenza, che sia un atto previsto per legge, non abbiamo mai voluto rinunciare al nostro ruolo di cittadini attivi, impegnati a difesa della Brughiera e di Via Gaggio.
Ecco perché anche in occasione delle Integrazioni al Master Plan 2035, che Enac ha presentato per conto di Sea, in data 16 novembre 2021, abbiamo giocato fino in fondo il nostro ruolo.
Certo soli 30 giorni per migliaia e migliaia di pagine sono decisamente pochi e soprattutto le integrazioni erano costruite in maniera non sempre facile da seguire.
Non abbiamo compreso la modalità di separazione con cui Enac ha predisposto le risposte, separando le realtà istituzionali da quelle non istituzionali. Eppure la 152/2006 si rivolge a “chiunque” indicando le realtà che possono presentare osservazioni.
Fatta questa opportuna premessa, quello che è emerso dalle integrazioni è l’assoluta non risposta alle nostre precedenti osservazioni.
Le integrazioni presentate sono servite per confermare ulteriormente la linea decisa da SEA, confermando anche le inesattezze ambientali e le “castronerie ambientali” presenti nel progetto, senza nemmeno entrare nel merito delle osservazioni presentate che ancora oggi sono senza una risposta.
E questo è uno degli aspetti che abbiamo voluto rimarcare in occasione delle osservazioni che abbiamo presentato.
Inoltre abbiamo messo in evidenza come sarebbe opportuno aspettare la redazione con conseguente Valutazione di Impatto Ambientale Strategica V.A.S. del Piano Nazionale del Trasporto Aereo, prima di autorizzare qualsiasi progetto di espansione aeroportuale. Non ci riferiamo solo a Malpensa, ma è del tutto evidente che in assenza di una programmazione seria nazionale non ha assolutamente senso che tutti gli aeroporti presenti sul territorio italiano si possano potenziare o espandere.
Abbiamo segnalato che sulla Valutazione di Impatto Sanitario VIS, i dati presi in considerazione da SEA sono assolutamente carenti sia per l’orizzonte temporale preso in considerazione sia per la tipologia di dati.
Inoltre abbiamo ribadito l’assoluta inconsistenza scientifica dei motivi che a detta di Sea giustificano la cancellazione della “brughiera degradata”, habitat inventato solo per giustificarne la cancellazione.
Sconcertante e ai limiti del ridicolo, la considerazione fatta da SEA secondo la quale l’unica minaccia per l’esistenza della brughiera siano le specie invasive e non i capannoni, il cemento, l’asfalto e sì, anche la terza pista, che il Master Plan 2035 porta con sé.
Nulla di nuovo quindi, una fotografia della situazione attuale volutamente falsata con il solo obiettivo di sostenere che gli obiettivi di arrivare a 38 milioni di passeggeri e l’1 milione di tonnellate di merci al 2035 saranno assolutamente a impatto zero in termini di consumo di suolo, inquinamento atmosferico e da gas di scarico degli aerei, inquinamento acustico, conseguenze sulla salute.
Sugli aspetti sociali della fruizione della Via Gaggio e della Brughiera nemmeno una parola. Anzi gli aspetti sociali presi in considerazione sono solo quelli dei fotografi appassionati di aerei che meritano posti organizzati per fare fotografie, mentre i servizi ecosistemici relativi alla libera fruizione in natura valgono meno di zero per Sea e Enac.
Già in un precedente post avevamo raccontato del Bioblitz e di tutte le iniziative che saranno prese a sostegno della proposta del Parco del Ticino di istituzione del SIC/ZPS “BRUGHIERE”.
Abbiamo ribadito questa nostra posizione anche nelle osservazioni, dove va rilevato l’atteggiamento incoerente di Enac e Sea che se da un lato confermano che non è di loro competenza far partire l’iter amministrativo (e non c’è bisogno di ribadirlo, lo sappiamo anche noi) dall’altro prendono in considerazione alcuni aspetti della proposta del Parco per confermare l’unicità dell’habitat di brughiera.
Peccato che poi arrivino alla conclusione che l’unico modo per salvare questo habitat sia quello di cancellarlo in maniera irreversibile e di salvaguardarne una piccolissima parte. Che sicuramente verrà ricompresa nel prossimo progetto di espansione dopo il 2035.
Continuate a seguirci, perché a breve, al netto dell’evoluzione della situazione pandemica, potremmo chiedervi ancora di diventare cittadini attivi insieme a noi e di partecipare nella difesa di questo territorio unico e raro che è la brughiera.
C’è una bella storia, che ci piacerebbe raccontarvi. Lo scorso febbraio abbiamo ricevuto una mail dall’Ecoistituto del Veneto “Alex Langer”, nella quale ci si chiedeva di raccontare la nostra “battaglia” contro il Master Plan in vista di far inserire questo racconto tra le pagine di un libro.
Venerdì 17 Novembre alle 21.00
presso la Biblioteca di Buscate, Piazza della Filanda 5
ci sarà la presentazione del libro con la partecipazione di Michele Boato
Pubblichiamo, in modo che possano essere a disposizione di tutti, due documenti. Il primo è la richiesta a firma ENAC di ritiro del Master Plan, mentre il secondo è l’accettazione da parte del Ministero dell’Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare che chiude la procedura e la archivia.
Da giovedì la notizia è nell’aria, e ieri pomeriggio ne abbiamo avuto conferma dal Ministero dell’Ambiente: l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile ha ufficialmente ritirato il progetto del Nuovo Master Plan dell’aeroporto di Malpensa.
Niente più terza pista, niente più capannonicapannonicapannoni, niente più 330 ettari dell’ultima e più pregiata brughiera a sud delle Alpi buttati in cemento, niente più biodiversità persa irrimediabilmente, niente piú Via del Gregge e Via S. Anna a rischio delocalizzazioni.
Difficile esprimere a parole i sentimenti che tutto un territorio sta provando in questi giorni: felicità, soddisfazione, liberazione, sollievo, euforia… La nostra associazione è tutto questo e ancora altro: quasi cinque anni di gazebi, raccolta firme, incontri informativi, camminate, incontri con la Regione e il Ministero, gruppi di studio sul Master Plan; quasi cinque anni passati a costruire una rete con comitati, associazioni, amministrazioni comunali, enti, artisti e scrittori; quasi cinque anni in cui migliaia di persone hanno dato il loro contributo, grande o piccolo poco importa, per fermare un’espansione illogica di un aeroporto che non sfrutta appieno le sue potenzialità.
Ce l’abbiamo fatta. Certo non da soli: moltissimi sono stati gruppi di persone e gli enti che hanno fatto sentire la loro voce per difendere ciò su cui si sarebbe voluto solo speculare: il nostro territorio, la nostra terra, la nostra storia e, soprattutto, il futuro delle prossime generazioni, che si sarebbero viste private di un patrimonio che è ormai entrato nel nostro DNA. Tuttavia, ci piace pensare che VivaViaGaggio abbia contribuito, nel suo piccolo, a vincere questa battaglia: non contro la terza pista e l’aeroporto, ma per la difesa del territorio.
E adesso?
L’obiettivo primario che ci siamo prefissati come associazione è stato quello di fermare il Master Plan di Malpensa. Raggiunto il primo, rimangano gli altri, e su questi continueremo a lavorare affinchè a niente e nessuno venga mai più l’idea di portar via la brughiera e Via Gaggio ai suoi legittimi proprietari: i suoi abitanti.
Il prossimo passo, su cui stiamo lavorando da tempo, è l’ottenimento del riconoscimento Sic/zps per la zona della Brughiera di Lonate e Malpensa, unica forma di tutela per salvaguardare definitivamente questa zona.
Non appena il Ministero dell’Ambiente pubblicherà la conferma ufficiale del ritiro del Master Plan, riporteremo qui il file del ritiro MASTERPLAN.