Un Sic è per Sempre

Abbiamo deciso di aprire questa nuova pagina nel nostro blog per presentare il format “Un Sic è per sempre” a sostegno della richiesta, presentata dal Parco del Ticino nel 2011, di istituire un Sito di Interesse Comunitario (SIC) e una Zona a Protezione Speciale (ZPS) dal nome “Brughiere di Malpensa e di Lonate Pozzolo”.

Ma prima di presentarvi le iniziative che faranno parte del format e prima di presentarvi in maniera esaustiva la richiesta del Parco del Ticino abbiamo deciso di spiegarvi meglio cosa significano e quale portata hanno gli strumenti come i SIC, le ZPS etc.

Questo per darvi la possibilità di apprezzare, condividere e sostenere con noi tutte le iniziative che verranno fatte nei prossimi mesi a supporto della richiesta del Parco.

Dietro questa richiesta c’è la volontà di pensare e guardare al territorio in cui viviamo con occhi diversi, occhi che sanno apprezzare e valorizzare l’immenso patrimonio ambientale che ci circonda.

Ma siccome si vede anche con il cuore e con il cervello, ecco che la proposta diventa alternativa concreta per tutelare e conservare beni che sono di tutti e che devono continuare ad esserlo insieme a quelle presenze storiche che ci raccontano di un passato non lontano, ricco di storie di vite e di tradizioni che merita di essere viste e raccontate per sempre.

Il progetto RETE NATURA 2000

I Siti di Interesse Comunitario SIC e le Zone a Protezione Speciale ZPS sono gli strumenti che l’Unione Europea ha individuato all’interno del progetto NATURA2000 per la conservazione della biodiversità.

Fa riferimento a tutto il territorio dell’Unione ed è stata istituita ai sensi della Direttiva Habitat per garantire il mantenimento a lungo termine degli habitat naturali e delle specie di flora e fauna minacciati o rari a livello comunitario.

La rete Natura 2000 è costituita dai Siti di Interesse Comunitario (SIC), identificati dagli Stati Membri secondo quanto stabilito dalla Direttiva stessa, che vengono successivamente designati quali Zone Speciali di Conservazione (ZSC), e comprende anche le Zone di Protezione Speciale (ZPS) istituite ai sensi della Direttiva_uccelli concernente la conservazione degli uccelli selvatici.

Possiamo paragonare che la rete Natura 2000 sia una grande Rete Ecologica sparsa lungo il territorio dell’Unione Europea e che ogni Sito e ogni Zona siano dei magnifici scrigni di biodiversità da tutelare, conoscere, studiare e valorizzare.

Non è quindi una realtà limitata al territorio nazionale ma è un progetto di grande respiro che va nella direzione di salvaguardare appunto zone delicate, uniche e rare da possibili interventi che ne comprometterebbero l’esistenza.

La Direttiva riconosce il valore di tutte quelle aree nelle quali la secolare presenza dell’uomo e delle sue attività tradizionali ha permesso il mantenimento di un equilibrio tra attività antropiche e natura.

Sul mantenimento di questo equilibrio si fonda il meccanismo della conservazione dell’Habitat inteso come realtà viva fatta da tantissime specie naturali, vegetali e animali a volte rare o nidificanti solo in determinate situazioni.

Rete Natura 2000 – Il sito della UE

La presenza quindi di habitat rari ed unici insieme alla presenza di specie rare e protette sono le caratteristiche principali per entrare a far parte della Rete Natura 2000.

Un aspetto poi da non sottovalutare è quello relativo al fatto che la Direttiva prende in considerazione non solo le aree naturali, ma anche gli Habitat seminaturali come le aree ad agricoltura tradizionale, i boschi, i pascoli, etc.

La base legale che regolamenta e tutela il progetto Natura 2000 è data dalle due Direttive Habitat e Uccelli e da una serie di manuali tecnici che nel corso degli anni sono serviti per chiarire e specificare meglio alcuni aspetti problematici relativi alla conservazione degli Habitat e delle specie.

Ma andiamo con ordine

I Siti di Interesse Comunitario o Siti di Importanza Comunitaria.

La definizione, recuperabile dalla Direttiva stessa lo definisce come un’area che contribuisce in modo significativo a mantenere o ripristinare una delle tipologie di habitat definite nell’Allegato I, o a mantenere in uno stato di conservazione soddisfacente una delle specie definite nell’Allegato II della direttiva Habitat. Quest’area inoltre deve inoltre contribuire alla coerenza della rete complessiva del progetto Rete Natura 2000.

Ultimo aspetto da non sottovalutare assolutamente è relativo al fatto che il SIC deve e/o contribuire in modo significativo al mantenimento della BIODIVERSITÁ della regione in cui si trova.

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Le Zone a Protezione Speciale

Le Zone a Protezione Speciale invece sono direttamente legate al mondo dell’avifauna e hanno la loro base giuridica nella Direttiva “Uccelli”.

Queste zone riguardano uno degli aspetti fondamentali della vita dell’avifauna e cioè la loro caratteristica di essere “esseri viventi migratori”. Questo loro non essere stanziali li porta a seguire rotte, a volte lunghissime, per spostarsi appunto in realtà con climi diversi.

Nei loro viaggi gli uccelli quindi hanno la necessità di trovare zone “ideali” dove fermarsi o anche dove nidificare. Questo perchè non tutti gli habitat sono idonei ad ospitare determinate specie di uccelli.

La presenza e quindi la conservazione di questi habitat contribuisce in maniera determinate alla presenza di queste specie o della loro scomparsa, poiché se questo habitat viene a mancare (nella maggior parte per colpa di interventi antropici sbagliati) gli uccelli saranno costretti, loro malgrado, ad emigrare verso altri lidi, facendo così diminuire la presenza di biodiversità.

Veduta aerea di una parte della Zps presente nella proposta del Parco

Veduta aerea di una parte della Zps presente nella proposta del Parco

 

Le Zone Speciali di Conservazione

La designazione delle ZSC è un passaggio fondamentale per la piena attuazione della Rete Natura 2000 ed è anche l’ultimo step del percorso individuato dalla Direttiva. Questo perché la ZSC garantisce l’entrata a pieno regime delle misure di conservazione specifiche individuate per il SIC e offre una maggiore sicurezza per la gestione della rete e per il suo ruolo strategico finalizzato al raggiungimento dell’obiettivo di arrestare la perdita di biodiversità in Europa entro il 2020.

Come abbiamo visto, tutti questi strumenti e il progetto generale della Rete Natura2000 ruota attorno al concetto di biodiversità.

La biodiversità

La Biodiversità è la varietà degli esseri viventi che popola la terra. Una varietà incredibile di organismi viventi tutti legati l’uno agli altri, tutti indispensabili. Anche noi come esseri umani facciamo parte della biodiversità, anche se facciamo molto fatica a ricordarcelo.

La biodiversità rappresenta l’immenso, e per certi versi ancora sconosciuto mondo, che noi comunemente chiamiamo Natura.

Tutto quello che noi possiamo pensare o immaginare in Natura esiste già e si chiama appunto biodiversità.

E questa diversità della vita che popola la terra deve essere tutelata e protetta, o per usare le stesse parole della Direttive deve essere “conservata” perché se conservata la biodiversità dura per sempre…e con lei dura per sempre anche la vita umana sulla terra.

Esempi di Biodiversità animale e vegetale

Esempi di Biodiversità animale e vegetale

 

Come abbiamo visto all’inizio la richiesta è stata fatta dal Parco del Ticino nel 2011; un ente il Parco del Ticino che è giunto ormai ai suoi primi 40 anni e che pur in assenza di una normativa specifica (arrivata solo durante gli anni 90) fin dal 1974 ha incominciato a mettere in atto “buone pratiche” di conservazione delle specie animali e vegatali presenti nel territorio di propria competenza. 

Il Parco del Ticino

Il Parco del Ticino, nasce su spinta popolare agli inizi degli anni 70 e vede la luce ufficialmente in attuazione della Legge Regionale 9/1/1974, n. 2, che ha sancito la nascita del primo Parco Regionale istituito in Italia.

Ai sensi della stessa legge, come modificata dalla LR 12/2011, e della LR 16 /07/2007,  fanno parte dell’Ente Parco 47 Comuni e 3 province (Varese, Milano e Pavia) e si trova al confine tra le Regioni Lombardia e Piemonte.
Sono Comuni del Parco: Abbiategrasso, Arsago Seprio, Bereguardo, Bernate Ticino, Besate, Besnate, Boffalora Ticino, Borgo S.Siro, Buscate, Carbonara Ticino, Cardano al Campo, Casorate Sempione, Cassinetta di Lugagnano, Cassolnovo, Castano Primo, Cuggiono, Ferno, Gallarate, Gambolò, Garlasco, Golasecca, Groppello Cairoli, Linarolo, Lonate Pozzolo, Magenta, Mezzanino, Morimondo, Motta Visconti, Nosate, Ozzero, Pavia, Robecchetto, Robecco S/Naviglio, Samarate, S.Martino Siccomario, Sesto Calende, Somma Lombardo, Torre d’Isola, Travacò Siccomario, Turbigo, Valle Salimbene, Vanzaghello, Vergiate, Vigevano, Villanova d’Ardenghi, Vizzola Ticino, Zerbolò.

Nel 2002 con LR n. 31 del 12 dicembre, è stato istituito il Parco Naturale della Valle del Ticino, (dove si applica a pieno titolo la Legge 394/91) che ammonta a oltre 20.000 ettari di superficie situati principalmente lungo l’asta fluviale e costituiti dalle aree di maggior pregio naturalistico, anch’esso gestito dall’Ente Parco Lombardo della Valle del Ticino.

 Nel 1985 la Regione Piemonte ha istituito il contermine Parco Naturale della Valle del Ticino, che si estende su 11 comuni della provincia di Novara ed è gestito dall’Ente di gestione delle Aree Protette del Ticino e del Lago Maggiore.

 Il Parco Lombardo occupa una superficie di 91.410 ettari di cui 22.249 a Parco Naturale e 69.161 a Parco Regionale

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Il Parco della Valle del Ticino

 

Il Parco rappresenta già un grande scrigno della biodiversità, grazie alla presenza di: 4.932 specie viventi sinora censite, suddivise in

  • Regno animale: 2.402
  • Regno vegetale: 1.144
  • Regno dei funghi: 1.386.

Un ruolo fondamentale lo ha il Fiume Ticino che rappresenta la spina dorsale verde di tutto il sistema ambientale del Parco.

E’ formata da numerosi ecosistemi ed Habitat che favoriscono appunto una numerosa presenza di biodiversità. Passiamo dai numerosi corsi d’acqua, boschi di conifere, boschi planiziali, brughiere, zone umide, pianura agricola irrigua, impianti arborei da legno. Rappresenta inoltre un insostituibile corridoio ecologico tra le Alpi e gli Appennini.

Grazie a questa sua varietà di ambienti e di conseguenza di specie presenti all’interno del Parco possiamo trovare ben 14 Siti di Interesse Comunitario così identificati:

  • IT2010008 Lago di Comabbio – Sup. 465,8 ha. Comuni di Comabbio, Mercallo, Ternate, Varano Borghi, Vergiate – C.T.R. A5b1, A5c1
  • IT2010009 Sorgenti del Rio Capricciosa – Sup. 76,26 ha. Comuni di Sesto Calende, Taino – C.T.R. A5b1
  • IT2010010 Brughiera del Vigano – Sup. 509,1 ha. Comuni di Golasecca, Somma Lombardo, Vergiate – C.T.R. A5b2, A5b3, A5c2
  • IT2010011 Paludi di Arsago – Sup. 542,3 ha. Comuni di Arsago Seprio, Besnate, Somma Lombardo, Vergiate – C.T.R. A5c2
  • IT2010012 Brughiera del Dosso – Sup. 454 ha. Comuni di Somma Lombardo, Vizzola Ticino – C.T.R. A5b3, A5b4, A5c3
  • IT2010013 Ansa di Castelnovate – Sup. 310,5 ha. Comuni di Somma Lombardo, Vizzola Ticino – C.T.R. A5b3, A5b4
  • IT2010014 Turbigaccio, Boschi di Castelletto e Lanca di Bernate – Sup. 2.527 ha. Comuni di Bernate Ticino, Boffalora sopra Ticino, Castano Primo, Cuggiono, Lonate Pozzolo, Nosate,Robecchetto con Induno, Turbigo – C.T.R. A5c5, A6c1, A6c2,A6c3, A6d3
  • IT2050005 Boschi della Fagiana – Sup. 1.042 ha. Comuni di Boffalora sopra Ticino, Magenta, Robecco sul Naviglio – C.T.R. A6d3, A6d4
  • IT2080002 Basso corso e sponde del Ticino – Sup. 8.551 ha. Comuni di Abbiategrasso, Bereguardo, Besate, Borgo San Siro,Cassolnovo, Gambolò, Morimondo, Motta Visconti, Ozzero, Robecco sul Naviglio, Torre d’Isola,Vigevano, ZerbolòC.T.R. A6d4. A6d5, A6e5,A7e1, A7e2, A7e3, B7a2, B7a3
  • IT2080013 Garzaia della Cascina Portalupa – Sup. 5,41 ha. Comune di Vigevano – C.T.R. A7c1
  • IT2080014 Boschi Siro Negri e Moriano – Sup. 1.350 ha. Comuni di Bereguardo, Carbonara al Ticino, Pavia, Torre d’Isola, Zerbolò – C.T.R. B7a3, B7a4
  • IT2080015 San Massimo – Sup. 461,1 ha. Comuni di Garlasco, Gropello Cairoli, Zerbolò – C.T.R. A7e3, A7e4
  • IT2080016 Boschi del Vignolo – Sup. 259,2 ha. Comuni di Garlasco, Zerbolò – C.T.R. A7e3
  • IT2080019 Boschi di Vaccarizza – Sup. 464,7 ha. Comuni di Albaredo Arnaboldi, Linarolo – C.T.R. B7c5.

A questi inoltre va aggiunta Zona di Protezione Speciale:

 IT2080301 Boschi del Ticino avente la superficie di 20566,00 ha., coincidente con l’area a Parco Naturale.

Sic e Zps nel Parco del Ticino

Sic e Zps nel Parco del Ticino

Se scorriamo questo elenco, è del tutto evidente quanto sia ricco di biodiversità il territorio del Parco. Però in mezzo a tanta ricchezza c’è uno scrigno che rappresenta un vero gioiello. Un gioiello unico e raro e anche molto fragile, poiché è seriamente minacciato dalla pressione antropica e da alcuni “nemici” vegetali che rischiano di comprometterne il suo equilibrio.

Vicino a questa zona poi si sono formati, grazie ad una serie di condizioni particolari verificatesi nel corso degli ultimi decenni, che hanno visto formarsi nella zona di spagliamento del torrente Arno e nella zona dei vasconi per la fitodepurazione un grande “aeroporto naturale” per le nidificazione e la sosta di moltissime specie migratorie, moltissime delle quali inserite negli allegati della Direttiva Uccelli come specie rare e protette.

Questi due ambienti, così diversi, ma molto simili e vicini costituiscono la base fondamentale per la richiesta avanzata dal Parco nel 2011.

La proposta del Parco del Ticino

Incominciamo subito a dare qualche numero per capire di cosa stiamo parlando:

L'area SIC/ZPS individuata nella proposta del Parco

L’area SIC/ZPS individuata nella proposta del Parco

La superficie complessiva è di 856,10 ettari ed interessa territorialmente i Comuni di Lonate Pozzolo, Castano Primo e Nosate.

L’area è divisa in due dalla Strada Provinciale 527 che collega Lonate Pozzolo con la vallata del Ticino e il Ponte di Oleggio. La parte a Nord è relativa alla Brughiera di Malpensa, mentre quella a Sud che comprende anche le zone dei vasconi del Depuratore è definita appunto Brughiera di Lonate.

Brughiera a Lonate Pozzolo - Foto Parco del Ticino

Brughiera a Lonate Pozzolo – Foto Parco del Ticino

L’area è completamente inserita all’interno del Parco del Ticino e confina ad ovest direttamente con l’area a Parco Naturale e con la ZPS IT2080301 Boschi del Ticino.

La parte della zona superiore, rappresenta inoltre una buffer zone con la suddetta ZPS e rappresenta un corridoio ecologico nevralgico per il collegamento Nord- Sud lungo l’asse del fiume Ticino e la parte ed Est-Ovest ricompresa tra la vallata del Ticino e le reti ecologiche minori sparse nel basso varesotto come quelle lungo i fiumi Arno, Tenore, Rile e Olona.

Inoltre dista solo un chilometro dal Sic IT2010014 Turbigaccio, Boschi di Castelletto e Lanca di Bernate.

Già dall’inquadramento territoriale emerge come il futuro Sic/Zps è al centro di una fittissima connessione ecologica che permette appunto la “migrazione” delle specie animali e vegetali.

Le Direttive hanno come base tecnica tutta una serie di sigle e classificazioni che hanno lo scopo di identificare i vari ecosistemi.

Da un punto di vista tecnico, secondo la nomenclatura europea abbiamo questi habitat di Interesse Comunitario:

  • 4030 – Lande Secche Europee: 133,4 ettari
  • 6510 – Praterie magre: 2,99 ettari
  • 9160 – Querceti di Farnia: 50,32 ettari
  • 9190 – Vecchi querceti acidofili: 37,20 ettari.

L’Habitat 4030 Lande Secche Europee occupa due aree ben distinte e separate una la più vasta individuata nelle zona a Nord e la seconda a sud. Pur avendo la stessa dicitura tecnica queste due aree sono ben distinte anche per fisionomia e composizione floristica.

L’aspetto fondamentale ed importante per queste zone è che sono le ultime zone di brughiera a sud della catena delle Alpi e se consideriamo che non ci dobbiamo limitare al solo territorio nazionale ma dobbiamo considerare tutto il territorio dell’Unione emerge in maniera emblematica come questi habitat costituiscono un vero habitat unico e raro.

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Brugo in fiore – Foto W. Girardi

Va tenuto presente inoltre che le caratteristiche floristiche e vegetazionali delle brughiere lombarde sono completamente diverse rispetto alle stesse brughiere situate nel nord d’Europa.

Per questo motivo la presenza di queste due aree costituisce una delle “perle” di questo scrigno di biodiversità da conservare.

Gli ambiti vegetazionali del SIC/ZPS

Gli ambiti vegetazionali del SIC/ZPS

Ma non sono solo gli aspetti relativi agli Habitat vegetazionali quelli interessanti.

Se andiamo ad analizzare i rilevamenti relativi alla componente animale e dell’avifauna troviamo tantissimi altri “gioielli” che sono l’ennesimo segnale di una ricchezza che si trova qui e non da altre parti.

Partiamo dalla componente avifauna, che anche se legata direttamente alla realizzazione della ZPS è un segnale da non sottovalutare soprattutto se immaginiamo il Parco del Ticino un grande corridoio ecologico che unisce gli Appennini alle Alpi e raggiunge tramite la zona nord della Provincia di Varese, la vicina Confederazione Elvetica e quindi l’Europa centrale.

Nell’ultimo report tecnico redatto dal Parco del Ticino e reso noto a Novembre 2013 troviamo questi numeri.

Sono state rilevate ben 228 specie, delle quali 78 nidificanti tra le quali Svasso Piccolo, Moriglione e Moretta tabaccata, specie che hanno qui uno dei pochissimi siti italiani di nidificazione.

Le specie rilevate di interesse comunitario, ricomprese negli allegati tecnici della Direttiva Uccelli sono ben 56.

Questo valore è decisamente importante non solo ai fini dell’istituzione della ZPS ma perché pur interessando una zona di piccole dimensioni si pone come il secondo sito in Lombardia con il più alto tasso di presenza di specie tutelate.

All’interno delle 56, ne abbiamo 8 nidificanti (Tarabusino, Moretta tabaccata, Falco pecchiaiolo, Cavaliere d’Italia, Succiacapre, Calandroo e Averla piccola), mentre sono 48 le specie migratrici e/o svernanti e non nidificanti nell’area oggetto della proposta.

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Famiglia di Moretta Tabaccata – Foto Parco del Ticino

Tra queste abbiamo due specie globalmente minacciate quali il Re di quaglie e il Gobbo rugginoso, entrambe classificate come SPEC 1 da BirdLife International (2004).

Una ulteriore menzione la dobbiamo fare per il Succiacapre, specie di elevata priorità di tutela a livello europeo in quanto in evidente declino negli ultimi decenni. La presenza di circa 20-25 coppie nidificanti nella zona della brughiera conferma l’idoneità della brughiera come Habitat ideale e necessario per la vita del Succiacapre.

Succiacapre - Foto Parco del Ticino

Succiacapre – Foto Parco del Ticino

Perso l’Habitat persa per sempre la specie.

Questa zona risulta essere inoltre la più importante a livello nazionale come luogo di sosta per l’Averla Piccola.

Nido di Averla Piccola - Foto Parco del Ticino

Nido di Averla Piccola – Foto Parco del Ticino

Lo stesso lo possiamo dire per la Garzetta, visto e considerato che l’area risulta essere di importanza nazionale vista la grande presenza di questo uccello.

Tra le specie migratrici e svernanti di interesse comunitario rilevate nella zona abbiamo tutte e sette gli Ardeidi ovvero Tarabuso, Tarabusino, Nitticora, Sgarza ciuffetto, Garzetta, Airone bianco maggiore e Airone rosso.

Inoltre è stata rilevata la presenza di ben 14 specie diverse di Falconiformi, ovvero Falco pecchiaiolo, Nibbio bruno, Nibbio reale, Biancone, Falco di palude, Albanella reale, Albanella pallida, Albanella minore, Aquila reale, Aquila minore, Falco pescatore, Falco cuculo, Smeriglio e Falco pellegrino.

Nel monitoraggio e nel censimento delle specie presenti nell’area in oggetto, oltre a quelli fin qui elencati sono stati presi in considerazione altri taxa.

Con taxa o taxom intendiamo nelle scienze biologiche, le categorie sistematiche (taxon, al singolare) corrispondenti a entità, raggruppamenti ordinati degli esseri viventi. I taxa possono essere di qualsiasi livello gerarchico: in senso decrescente ricordiamo il phylum (o tipo), la classe, l’ordine, la famiglia, il genere e la specie.

Tra questi, quella di eccezionale importanza è rappresentata da una popolazione relitta numerosa del lepidottero Coenonympha Oedippus, la farfalla europea più minacciata di estinzione (inclusa nell’Allegato II della Direttiva Habitat).

Coenonympha Oedippus - Foto Parco del Ticino

Coenonympha Oedippus – Foto Parco del Ticino

La specie è stata trovata in riproduzione in brughiera, fra il 2009 e il 2013 per ben quattro anni di fila, come accertato da ricercatori italiani e dai rilevatori dell’organizzazione internazionale Butterfly Conservation Europe.

Questa popolazione rappresenta un vero unicum a livello europeo.

La letteratura scientifica segnala inoltre che le altre popolazioni rilevate in Europa purtroppo sono andate incontro ad estinzione locale. Le uniche due popolazioni vitali numerose si trovano qui in Italia, una piccola porzione nella zone delle baragge piemontesi (Riserva Naturale delle Baragge) e quella più numerosa appunto qui nella zona della Brughiera di Malpensa.

Questa zona ospita inoltre Callimorpha (=Euplagia) quadripunctaria, Lepidottero Eterocero incluso nell’Allegato II della Direttiva Habitat, nonché specie di interesse prioritario secondo laCommissione Europea.

Altri Lepidotteri importanti sono Lycaena dispar, (Allegato II della Direttiva Habitat), e una specie a distribuzione montana che ha qui l’unico sito di presenza nel Parco delTicino: Hypparchia semele, che come molte altre specie di Satyridae è legata a prati e brughiere.

Hypparchia - Foto Parco del Ticino

Hypparchia – Foto Parco del Ticino

Nel novembre del 2012 è stato investito un individuo maschio di Lupo (Canis lupus), originario dell’arco alpino occidentale a circa 6 chilometri del confine del proposto SIC “Brughiere di Malpensa e di Lonate”. Da oltre 100 anni questa specie non era segnalata in Pianura Padana. Certo trattandosi di un unico individuo, non è possibile considerare l’area una zona di presenza stabile della specie, bensì è verosimile che si tratti di un area di transito quindi di potenziale interesse, grazie anche alla presenza di ungulati selvatici come il Cinghiale (Sus scrofa) e Capriolo (Capreolus capreolus).

Nel 2002 inoltre, una ricerca relativa alla biodiversità degli ambienti terresti, (proseguita nel 2008 solo su alcune zone del Parco del Ticino) ha studiato la situazione faunistica in 50 aree campione per capire l’impatto che infrastrutture come un aeroporto possano avere impatti sui processi di dispersione e sui processi di regolazione dei livelli della biodiversità. Una stazione di questa era stata posizionata all’interno della vasta zona di brugo.

Il quadro fornito da questa ricerca è di interesse molto elevato. I livelli di ricchezza specifica,per alcuni gruppi zoologici soo di assoluto valore. La Brughiera di Malpensa costituisce infatti stazione esclusiva per 16 specie, tra le quali 2 di rilevante interesse il già citato Succiacapre e la lucertola campestre Podarcis sicula campestris che qui si trova nel limite più settentrionale dell’are di distribuzione.

L’obiettivo della proposta del Parco del Ticino ha come l’obiettivo prioritario la tutela degli ultimi lembi di brughiera, per la quale non si può riconoscere attualmente un’adeguata forma di protezione, collocandosi al di fuori dei siti Natura 2000 giù istituiti e esternamente all’area a Parco Naturale.

Nel contempo però, allargando l’obiettivo sulla macro area, è evidente che nelle immediate vicinanze ci siano zona decisamente interessanti sia da un punto di vista vegetazionale che faunistico.

Tra questi gli ambienti umidi, creatisi a seguito di interventi di gestione idraulica condotti nelle aree di ex spagliamento del torrente arno e collocate nella zona sud del Sic. Questi ultimi sono rappresentati da bacini di affinamento fitodepurativo dello scarico del depuratore di S. Antonino e dei bacini di dispersione controllata in falda delle acque del torrente Arno.

Obiettivo fondamentale è la conservazione degli Habitat e delle specie che in questi Habitat trovano la “casa ideale” dove vivere.

Conservare però non lo dobbiamo intendere come un porre sotto, una campana di vetro, questi habitat; il processo di conservazione richiede la progettazione e la realizzazione di mirati interventi vegetazionali per mantenere e conservare queste zona da qualsiasi tipo di minaccia, anche da quelle di tipo vegetale.

L’esempio classico è relativo alla brughiera, che non è minacciata solo dalla terza pista di Malpensa e dal Master Plan, ma che è anche minacciata dalla presenza di alcune essenze infestanti come il Prunus Serotina o Ciliegio Tardivo che stanno mettendo in serio rischio la diffusione delle nuove piante di Brugo.

Che questa zona poi sia veramente strategica ed importante emerge inoltre quando il tutto lo si legge attraverso il concetto (e gli occhi) della Rete Ecologica.

Una delle definizioni maggiormente diffuse considera la rete ecologica come un sistema interconnesso di habitat, di cui salvaguardare la biodiversità, ponendo quindi attenzione alle specie animali e vegetali potenzialmente minacciate.

Lavorare sulla rete ecologica significa creare, rafforzare e/o conservare un sistema di collegamento e di interscambio tra aree ed elementi naturali isolati, andando così a contrastare la frammentazione e i suoi effetti negativi sulla biodiversità.

La rete ecologica è costituita da quattro elementi fondamentali interconnessi tra loro:

  • Aree centrali (core areas): aree ad alta naturalità che sono già, o possono essere, soggette a regime di protezione (parchi o riserve);
  • fasce di protezione (buffer zones): zone cuscinetto, o zone di transizione, collocate attorno alle aree ad alta naturalità al fine di garantire l’indispensabile gradualità degli habitat;
  • fasce di connessione (corridoi ecologici): strutture lineari e continue del paesaggio, di varie forme e dimensioni, che connettono tra di loro le aree ad alta naturalità e rappresentano l’elemento chiave delle reti ecologiche poiché consentono la mobilità delle specie e l’interscambio genetico, fenomeno indispensabile al man-tenimento della biodiversità;
  • aree puntiformi o “sparse” (stepping zones): aree di piccola superficie che, per la loro posizione strategica o per la loro composizione, rappresentano elementi importanti del paesaggio per sostenere specie in transito su un territorio oppure ospitare particolari microambienti in situazioni di habitat critici (es. piccoli stagni in aree agricole).

Vista attraverso questi criteri, abbiamo che le Brughiere di Malpensa e Lonate ricoprono un ruolo strategico anche da un punto di vista delle connessioni ecologiche a livello locale, provinciale, regionale;

Secondo la Rete Ecologica Regionale (DGR n. 8/10962 del 30 dicembre 2009), considerata una infrastruttura prioritaria del Piano Territoriale Regionale, l’area risulta inserita in diversi ambiti:

– l’area prioritaria 31 “Valle del Ticino

– un’area ad elevata naturalità – la brughiera – all’interno dell’area prioritaria 2 “Boschi e brughiere del pianalto milanese e varesotto

– alcune aree di supporto e aree caratterizzate da forte pressione antropica

– un corridoio primario – che attraverso la brughiera di Lonate

– un varco classificato come “da mantenere”

 ReRegionale

Secondo il PTCP della Provincia di Varese la brughiera rappresenta una core area principale, una zona tampone e un’area di completamento.

ReProvinciale

Gli aspetti sociali

Un ultimo aspetto, ma non per importanza, riguarda gli aspetti sociali che la zona della Brughiera di Malpensa rappresenta per l’intero Parco del Ticino.

Questa difatti è una zona percorsa quotidianamente da moltissime persone che attraverso i quasi 4 chilometri della Via Gaggio (che attraversa l’area della Brughiera) raggiungono la Valle del Fiume Ticino e i sentieri che si trovano lungo le sponde lombarda e piemontese, ma anche lungo il sentiero ciclopedonale E1 che collega il Lago Maggiore con la città di Milano e non solo.

Via Gaggio in Autunno - Foto W. Girardi

Via Gaggio in Autunno – Foto W. Girardi

Via Gaggio non è solo una strada ciclopedonale, ma è un vero e proprio museo a cielo aperto, proprio perchè lungo questa strada sono stati posizionali reperti e attrezzi della storia contadina di questa zona e tutta una serie di reperti e resti della Seconda Guerra Mondiale come le bombe d’addestramento o i paraschegge visibili oggi nella zona.

Proprio per sancire l’importanza sociale di quest’area, nel 1997 è stata acquistata dal Parco del Ticino l’Ex Dogana Austroungarica di Lonate Pozzolo, in località Tornavento che dopo l’intervento di restauro oggi è un Centro Parco che vede la presenza di un percorso espositivo museale, uffici di appoggi, foresteria, sala conferenze e dal 2009 il primo punto vendita dedicato interamente ai prodotti a marchio “Parco del Ticino produzione controllata”.

Centro Parco "Ex Dogana Austroungarica di Lonate Pozzolo in località Tornavento

Centro Parco “Ex Dogana Austroungarica di Lonate Pozzolo in località Tornavento

Questa proposta rappresenta un’idea alternativa rispetto a chi oggi per questa zona vede solo un futuro fatto di cemento e asfalto.

L’alternativa valorizza, tutela, conserva questa zona dalle immense ricchezze ambientali, storiche e naturali e soprattutto le lascia a disposizione di tutti proprio perché la biodiversità è un patrimonio di tutti.

Per valorizzare e diffondere anche gli aspetti storico locali, insieme a quelli ambientali dati dalla presenza non solo della brughiera ma anche del Fiume Ticino, dei canali e delle rogge è stata avanzata la proposta di istituire ai sensi della L.R. 13/2007 “L’Ecomuseo della Brughiera e di Via Gaggio” con l’obiettivo di approfondire alcuni aspetti attraverso ricerche storiche scientifiche.

Il Format “Un Sic è per Sempre”.

LOGO SIC

Nasce su proposta dell’Associazione Viva Via Gaggio a supporto della richiesta, presentata dal Parco del Ticino nel 2011, di istituire ai sensi delle Direttive 92/43/CEE “Habitat” e 79/409/CEE “Uccelli” un Sito di Interesse Comunitario (SIC) e una Zona a Protezione Speciale (ZPS) dal nome “Brughiere di Malpensa e di Lonate Pozzolo”.

All’interno di questo format verranno organizzate delle serate e degli eventi itineranti che permetteranno di conoscere appieno questa proposta e tutti gli aspetti tecnico – scientifici che hanno portato il Parco a predisporre la richiesta.

Sarà un vero e proprio viaggio nella biodiversità del Parco e nel Parco stesso, attraverso il racconto e le scelte in questi 40 anni di vita.

Le serate di approfondimento saranno tenute dagli Amministratori e dai Tecnici del Parco del Ticino, da esperti locali e dai tecnici che hanno contribuito a realizzare gli studi a supporto della richiesta del Parco.

A queste serate, più teoriche, seguiranno poi delle visite guidate nel Parco del Ticino alla scoperta delle zone direttamente interessate dalla richiesta, ma anche delle zone che già oggi sono dei Siti di Interesse Comunitario come la zona del Turbigaccio.

Anche le visite guidate saranno tenute da esperti naturalisti che permetteranno di cogliere appieno gli aspetti unici e rari di queste zone.

Insieme all’Ass. Viva Via Gaggio, hanno aderito e collaborano alla realizzazione degli eventi come Partner Non Istituzionali:

Ass. Amici del Ticino, Comitato No 3 Pista Vanzaghello, Coordinamento No 3 Pista, Coordinamento Salviamo il Ticino, Ester Produzioni.

 I Partner Istituzionali invece sono:

Parco del Ticino, e i Comuni di Castano Primo, Lonate Pozzolo, Nosate,Vanzaghello.

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Questa pagina è stata redatta da Viva Via Gaggio con la collaborazione dei tecnici del Parco del Ticino, che ringraziamo per i testi e per le fotografie.

 

11 responses to this post.

  1. […] Un Sic è per Sempre […]

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  2. […] Gli amici di Viva Via Gaggio, con la collaborazione di Ass. Amici del Ticino – Comitato No Terza Pista di Vanzaghello – Coordinamento No Terza Pista – Coordinamento Salviamo il Ticino – Ester Produzioni e con il Patrocinio del Parco del Ticino e dei Comuni di Castano Primo – Lonate Pozzolo – Nosate – Robecchetto con Induno – Turbigo – Vanzaghello, hanno dato vita al format Un SIC è per Sempre […]

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  3. […] tour delle serate di Un Sic è per Sempre, fa tappa a Lonate […]

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  4. […] Un Sic è per Sempre […]

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  5. […] a danno dell’ecosistema e della salute. Un bel risultato che rafforza la richiesta di riconoscimento di area SIC delle “Brughiere di Malpensa”, che il Parco ha fatto già nel 2011, richiesta su cui Regione Lombardia continua a non decidere e […]

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  6. […] Un Sic è per Sempre […]

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