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Accordo sul Master Plan – Comunicato Stampa

Scendere a patti, soprattutto quando si parla di ambiente, certe volte non è proprio ammissibile. Che sia di 45, di 20 o anche di un solo ettaro, l’espansione dell’attuale sedime aeroportuale verso sud per noi è assolutamente inaccettabile.

Non abbiamo mai cambiato idea, questa è e sarà sempre la nostra posizione.

Abbiamo sempre sostenuto e ribadito in ogni occasione e sul nostro blog le nostre riflessioni a riguardo, mettendole a disposizione di tutti, sostenendo pubblicamente la posizione del Parco del Ticino, l’unica veramente sostenibile e in grado di garantire la tutela e conservazione dell’ecosistema della brughiera e anche la possibilità di espansione dell’area cargo.

Non possiamo tacere il nostro disappunto per la sottoscrizione dell’accordo avvenuta oggi da parte ditutti i sindaci del Cuv, dalla provincia di Varese, da Regione Lombardia, da Enac e da SEA. Manca all’appello il Parco del Ticino, Ente a quanto pare decisamente scomodo, spesso e volentieri denigrato e non citato nemmeno negli incontri pubblici anche dai Sindaci stessi.

Il Parco ha deciso, giustamente secondo noi, di abbandonare il tavolo regionale nelle scorse settimane a fronte dell’ennesimo immotivato diniego da parte di SEA e ENAC (quelle realtà che il dialogo con ilterritorio va bene ma solo se ci danno ragione) rispetto alle proposte alternative presentate per salvaguardare la brughiera e consentire ugualmente l’espansione dell’area cargo all’interno del sedime aeroportuale.

Abbiamo letto gli impegni presi da parte dei sottoscrittori. Avevamo già messo in evidenza come le proposte di SEA, contenute nel Master Plan, individuate per il recupero della brughiera fossero prive di qualsiasi validità scientifica sin dalla prima pubblicazione del Master Plan 2035. Pubblicazione che era stata bocciata dalle osservazioni anche dei Comuni. Perché adesso invece vanno bene?

Cosa è cambiato nel frattempo? Di sicuro, ed è talmente scontato che fa pure specie dirlo, l’unica certezza è che verranno cancellati per sempre 44 ettari di brughiera e che nessuna delle compensazioni o supercompensazioni previste potrà mai realmente compensare questa perdita. Nessuna di quelle previste o ipotizzate!

Sulla supercompensazione poi, non solo si offre una quantità decisamente inferiore rispetto a quanto si perde, ma soprattutto se guardiamo alla qualità si sta barattando un’area preziosa e ricca di biodiversità,

sapendo di perderla per sempre, con un’area a confronto scarsa di cui ci si accontenta con forse la convinzione di avere avuto la meglio?

Ci spiace molto, ma crediamo che questo accordo rappresenti uno dei punti più bassi della storia di Malpensa, proprio perché ci sembra di essere tornati al 1999, quando si scrissero una lunga serie di impegni, senza poi realizzarne nessuno.

Oggi siamo di fronte ad una lista quasi uguale (spoiler: ci sono punti di quella lista che dal 1999 aspettano ancora di essere realizzati), fatta dagli stessi soggetti che fino ad oggi non hanno dato seguito a quegli impegni.

Ora però di sicuro c’è in vista un’azione irreversibile, la distruzione della brughiera!

Rispetto poi alla centrale fotovoltaica e alla rinuncia alla Terza Pista ci chiediamo quale sia la credibilità di SEA. La stessa SEA che aveva annunciato, presentando il Master Plan 2035, che la terza pista non era prevista e che poi invece era ben descritta nei documenti consegnati per la procedura di VIA.

Inoltre, per la centrale fotovoltaica sottolineiamo che le stesse regole di safety previste per la navigazione aerea la definiscono incompatibile con la presenza di un aeroporto di grosse dimensioni e capacità.

Ci domandiamo quale valore giuridico vincolante abbia il protocollo sottoscritto oggi, rispetto alle scelte di potenziamento dell’aeroporto previsti e annunciati dalla stessa SEA per il post 2035, quando sempre a detta di SEA la realizzazione della terza pista sarà necessaria.

Rimaniamo in attesa di leggere tutte le parti dell’accordo, comprese quelle relative alle opere infrastrutturali promesse da Regione Lombardia. Anche perché vorremmo capire se giuridicamente questo accordo può modificare il Master Plan 2035 in corso d’opera, oppure se l’iter oggi previsto dovrà essere annullato e si dovrà ricominciare da capo, visto che sono state inserite opere viabilistiche oggi non previste e non valutate nel loro impatto ambientale.

Sarà sufficiente una VIA per il Master Plan e queste opere? Assolutamente no, perché a fronte di queste modifiche lo strumento previsto per legge per calcolare gli impatti di una serie di piani e programmi è una VAS, quella che da sempre associazioni e comitati chiedono.

Noi continueremo a chiedere quel che è giusto per salvaguardare la brughiera. Per quanto ci riguarda la sottoscrizione di questo accordo di inaccettabile compromesso non segna la conclusione della nostra battaglia.

Associazione Viva Via Gaggio

Supercompensazioni….No grazie!

La vicenda relativa al Master Plan 2035 di Malpensa si arricchisce ogni settimana di nuovi colpi di scena.

I tavoli promossi dall’Assessore regionale di SEA Cattaneo, con il chiaro intento di portare i Sindaci del CUV ad ingoiare il boccone amaro in cambio della promessa di realizzare opere infrastrutturali dalla sempre più dubbiosa utilità, condite con una promessa da marinaio circa le mitigazioni e compensazioni, hanno riservato una grossa e interessante novità.

Il Parco del Ticino ha avanzato una proposta, redatta da tecnici aeroportuali, per poter inserire all’interno dell’attuale sedime aeroportuale i capannoni previsti nella zona della Brughiera, dimostrando che con pochi interventi si possono rispettare benissimo le indicazioni circa le regole di “safety”.

Lasciateci aprire una piccola parentesi, prima di proseguire nella nostra riflessione:

Come Associazione, insieme anche ai comitati, abbiamo sempre chiesto che i capannoni fossero costruiti in una zona diversa da quella della Brughiera, proprio per il grande valore naturalistico e ambientale che questa zona racchiude.

Abbiamo sempre proposto alternative per la costruzione dei capannoni. E queste proposte non hanno mai avuto una risposta.

Peccato che veniamo sempre descritti come quelli che i capannoni non li vogliono.

Tornando alla proposta del Parco del Ticino… concretamente il Parco sta facendo il Parco… e addirittura incarica esperti di aeronautica per aiutare (questa sì che è collaborazione e dialogo con il territorio, altro che le parole vuote pronunciate da SEA) il gestore aeroportuale ad ottenere la costruzione della nuova cargo city ma all’interno dell’attuale sedime proprio per salvaguardare, conservare e proteggere la brughiera.

Il gestore aeroportuale, come sempre del resto, continua ideologicamente a dire NO, senza fornire motivazioni che siano degne di tale nome, a qualsiasi ipotesi che gli viene sottoposta.

Ci piacerebbe sapere, a questo punto, cosa intenda SEA per dialogo con il territorio. Perché se tutte le proposte avanzate vengono scartate a priori, su cosa si potrà dialogare, sul colore delle tapparelle che si trovano sotto le rotte di decollo?

Ma veniamo ai Sindaci del Cuv.

Lo scorso 13 maggio, durante l’assemblea della Comunità del Parco, la Presidente Cristina Chiappa ha ribadito che l’ipotesi 7, cioè quella che prevede l’espansione verso sud della futura zona cargo è impraticabile e non percorribile. Il video è visibile sul sito del Parco del Ticino.

In più il Direttore De Paola ha presentato la proposta studiata con il contributo di chi si occupa di progettazione aeroportuale per una gestione diversa a terra, all’interno delle zone 2 e 2A, i famosi terreni all’interno del sedime aeroportuale vincolati alla realizzazione della terza pista. In più ha chiesto di verificare seriamente la proposta di trasformazione della zona T2 emersa durante il convegno dello scorso 7 maggio a Somma Lombardo.

Nessuno dei Sindaci del CUV presenti in Assemblea ha preso la parola per commentare, criticare o sostenere la proposta del Parco.

Perché questo silenzio? Ci rifacciamo al detto “chi tace acconsente?”

Nei giorni scorsi però durante l’incontro in Regione, i Sindaci hanno tenuto una posizione un po’ ambigua. Cassani, presidente di turno, ha ribadito che la proposta del Parco è simile alla loro (chi l’ha mai vista?) e  ha chiesto che la proposta del Parco fosse messa a verbale, così come il rifiuto di ENAC di prendere in considerazione le proposte arrivate. Però tengono aperto il dialogo rispetto alle opere infrastrutturali promesse da Regione Lombardia come contropartita alla cementificazione della Brughiera.

In più c’è la questione relativa al rumore. La rete di monitoraggio oggi presente è assolutamente insufficiente per effettuare il rilevamento del rumore e soprattutto i dati oggi registrati solo in determinate zone e nemmeno sotto le rotte non sono sufficienti per simulare l’impatto del rumore a terra a fronte di un maggior utilizzo dei voli cargo (soprattutto notturni), così come anticipato da ENAC qualche settimana fa. Ci sono zone ad esempio oggi interessate dai decolli verso sud durante le ore notturne che sono prive di qualsiasi sistema di monitoraggio.

Valori che, vale la pena ricordarlo, sono una media delle misurazioni giornaliere e non tengono assolutamente conto dei valori di picco.

Per quanto riguarda invece la proposta di SEA di cedere una parte di sedime aeroportuale come supercompensazione per il consumo della brughiera ci permettiamo di fare alcune considerazioni.

La prima riguarda la quantità: se ne consumi 44 me ne devi dare 44, non 30, non 40 ma 44. In altri paesi europei le compensazioni vengono fatte prima di iniziare i lavori e in misura maggiore rispetto a quanto disboscato ad esempio. Viene amaramente da considerare che siamo  in Italia, oltretutto in Lombardia.

La seconda invece riguarda la collocazione delle due aree ipotizzate. Quella verso Lonate Pozzolo sarebbe una zona di bosco dove oggi si trova un radar. Una zona che si trova al di là della Via Molinelli. Quale fruizione sociale potrebbe avere? Assolutamente zero!

L’altra zona è quella che oggi SEA tiene vincolata per i futuri sviluppi infrastrutturali, cioè la zona all’interno del sedime aeroportuale individuata per la realizzazione della Terza Pista.

Ma allora la domanda sorge spontanea: se SEA rinuncia a quella zona perché non vuole fare più la Terza Pista e a fronte del fatto che il Parco con la sua proposta ha dimostrato che si possono realizzare in quell’ambito i nuovi capannoni rispettando le indicazioni di safety a terra, perché non costruisce lì i capannoni senza cancellare la brughiera?

Personalmente non ci fidiamo di SEA che annuncia il ritiro della Terza Pista. Lo aveva già fatto in passato salvo poi ripresentarla nel Master Plan 2035 spacciandola per “futuri sviluppi infrastrutturali!”.

L’ultima considerazione riguarda la qualità delle aree prese in considerazione da SEA come supercompensazione.

Siamo di fronte ad aree che da un punto di vista naturalistico ed ecosistemico non sono assolutamente paragonabili e confrontabili.

E’ un po’ come barattare diamanti con zucchine. E questo dimostra, ancora per l’ennesima volta, la scarsissima considerazione che SEA ha nei confronti della brughiera visto che propone come contropartita delle realtà naturalisticamente meno di pregio e di valore. Sempre importanti sia chiaro, ma assolutamente non paragonabili all’unicità, all’eccezionalità e alla rarità della brughiera.

Quella rarità che il mondo scientifico, il Parco del Ticino, le associazioni e i Comitati stanno ormai evidenziando da decenni. Sembra che l’unica a non accorgersene è proprio la società che gestisce l’aeroporto di Milano Malpensa e anche qualche Sindaco che si è dimenticato della richiesta di istituire il SIC/ZPS Brughiere avanzata dal Parco del Ticino nel 2011. Avete mai visto nelle richieste messe sul tavolo dai Sindaci del Cuv questo argomento?

Per fortuna lo stanno facendo i sindaci del Castanese, visto che ad ogni tavolo a cui possono partecipare ripresentano la questione. Bravi!

Francamente ci sembra una proposta decisamente raffazzonata, non credibile e assolutamente irricevibile. Per prendere il prestito le parole del ragioniere più famoso d’Italia…la supercompensazione è una cagata pazzesca!

Sul futuro di Malpensa occorre usare il buon senso.

In queste settimane si rincorrono voci e dichiarazioni su quale espansione dell’aeroporto di Malpensa sia accettabile e digeribile dal territorio, in primis dai sindaci del Cuv.

Per quanto ci riguarda, anche la sola espansione di un centimetro quadrato dell’attuale sedime aeroportuale verso sud è assolutamente inaccettabile.

Se è vero che le previsioni dei numeri del settore cargo che prendiamo per buoni – vorremmo sommessamente ricordare però che le previsioni dei posti di lavoro su Malpensa parlavano di 200.000 lavoratori coinvolti e si sono dimostrate decisamente gonfiate – ci chiediamo perché non vengano presi in considerazione gli spazi all’interno del sedime aeroportuale per ampliare la zona cargo.

Abbiamo letto il Master Plan 2035 e le integrazioni presentate in seconda battuta. È evidente che le alternative suggerite e scritte nelle osservazioni vengono scartate a priori dal gestore aeroportuale senza una motivazione seria e credibile.

Ci sono parecchi ettari all’interno dell’attuale sedime aeroportuale “blindati” per costuire la terza pista. Quale zona migliore per ampliare la zona cargo!!! Si rinunci, una volta per tutte, alla terza pista e si utilizzino quegli spazi per ampliare la zona cargo.

Basterebbe citare il “consumo di suolo” vergine che comporta ogni alternativa presa in considerazione. La parte a sud, quella di brughiera, è un suolo vergine, unico e raro che offre tutta una serie di servizi ecosistemici; purtroppo invece non viene considerato tale, addirittura viene considerato meno di un suolo già urbanizzato e sui cui sono già costruiti capannoni vuoti o usati al 25% della capacità.

Leggiamo che dai 60 ettari iniziali (a cui vanno sommati i 30 vincolati per la terza pista al di fuori del sedime aeroportuale) si voglia passare a 45 ettari…in cambio di alcune “rassicurazioni” circa il recupero e la ricostruzione della brughiera.

Lo abbiamo sempre detto e lo ribadiamo ancora: l’habitat di brughiera, per la sua conformazione geomorfologica e pedologica non è assolutamente ricostruibile da nessun’altra parte. Lo dicono gli studi scientifici, le università e chi si occupa di studiare e ha studiato seriamente la brughiera e le lande secche europee.

SEA invece considera, da sempre, la brughiera come una realtà che si possa spostare a piacimento, ricostruire in 6/8 mesi. Non è assolutamente così!

Abbiamo letto sempre nei documenti presentati a supporto del Master Plan 2035, che esiste una brughiera sana e una “brughiera degradata”. Che credibilità ha una società per azioni che per giustificare la cancellazione di un habitat unico e raro si inventa una definizione di “brughiera degradata” che non esiste assolutamente nella nomenclatura scientifica?

Vale anche la pena ricordare che la disciplina internazionale ed europea da indicazioni diverse, rispetto agli ambiti naturali degradati. Questi, seppur degradati, continuano a fornire servizi ecosistemici, detto ciò questo degrado deve essere eliminato intervenendo migliorando l’ambiente naturale, piantumando nuove essenze e certo non cancellando in maniera irreversibile questi ambiti naturali ricoprendoli di colate di cemento e asfalto come invece vorrebbe fare SEA.

Abbiamo letto articoli e dichiarazioni che parlano di opere di compensazioni e di mitigazione per far “digerire” l’ampliamento del sedime aeroportuale. Si ignora volutamente che il piano del verde di Malpensa 2000, così come tutte le opere di mitigazione e compensazione previste dal Decreto D’Alema, al 99% non sono mai state realizzate.

Vale la pena poi ricordare che la zona interessata oggi dall’espansione del sedime aeroportuale cancellando la brughiera era una delle zone individuate per operazioni di ripiantumazione e di rispristino del verde. Ovviamente mai realizzate! MAI-REALIZZATE.

Quale credibilità possono avere questi soggetti? Semplicemente nessuna.

La nostra speranza è che i sindaci del Cuv non abbocchino a questa proposta. Chi non ha realizzato le opere di mitigazione e compensazione nel corso degli ultimi vent’anni, ripropone ora le stesse cose non realizzate in cambio appunto di una devastazione ambientale, cancellando la brughiera.

Davano garanzie di realizzazione vent’anni fa e abbiamo visto solo quanto non hanno fatto. Ripropongono le stesse garanzie oggi, ma dovrebbe essere evidente che hanno perso ogni credibilità.

Per favore, che si usi tutti il buon senso e non si permetta di distruggere la brughiera!

1° maggio: Festa dei Lavoratori (?)

Nelle ultime settimane si sta discutendo molto del futuro dei lavoratori di Sea Handling, la società controllata da SEA che si occupa dei servizi a terra all’interno dell’aerostazione.

1_maggio

La situazione è precipitata dopo che l’Unione Europea, lo scorso dicembre 2012, ha invitato lo Stato Italiano a rientrare in possesso dei 360 milioni di euro trasferiti, più gli interessi maturati.

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Verba volant, scripta manent

Verba volant, scripta manent. Prendiamo in prestito la citazione di Caio Titus al senato romano, per mettere a disposizione dei lettori di questo blog i verbali delle due audizioni del Comitato Viva Via Gaggio da parte della Commissione Mobilità e Ambiente del Comune di Lonate Pozzolo.

Abbiamo scritto e raccontato molto sui lavori di queste Commissioni, ora abbiamo ricevuto i verbali e quindi li mettiamo a disposizione. Potrete così verificare che quanto da noi raccontato nel nostro blog corrisponde a verità e che magari quanto riportato da alcuni articoli invece….

Verbale Comm.ne Mobilità 21-03-2012

Verbale Comm.ne Mobilità 11-04-2012

Vendita quote Sea, avviso di garanzia a Vito Gamberale.

Molto probabilmente lo sapete già, ma, nel caso vi foste persa la notizia…

…leggila sui media:

LA REPUBBLICA
– LA STAMPA
– IL CORRIERE DELLA SERA
– IL GIORNO 

Torneremo a parlarne.

Antieconomicità

Tra i tanti aggettivi o epiteti, che si spendono quotidianamente per definire o qualificare la terza pista di Malpensa, ne mancava all’appello uno: antieconomicità.

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Audizione parte II – Le non risposte di SEA

Quella di ieri, come ha ricordato il Presidente Monguzzi, era la seconda parte della Commissione iniziata lo scorso 21 Marzo. All’ordine del giorno c’era la risposta di SEA su quanto emerso nella Commissione del 21/03, quando si era svolta l’audizione del Comitato Viva Via Gaggio.

Sicuramente la seduta di ieri è stata molto più partecipata da parte dei Consiglieri Comunali di Milano, anche non membri della Commissione Ambiente. Ci ha fatto poi enormemente piacere la presenza di Gianni Confalonieri – in rappresentanza della Giunta Comunale e del Sindaco Pisapia – e di Basilio Rizzo, presidente del Consiglio Comunale di Milano.

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La provocazione prealpina – seconda parte

[LEGGI LA PRIMA PARTE]

COSA ABBIAMO DETTO:

Prima di entrare nel merito dell’intervento abbiamo fatto delle precisazioni:

«noi non siamo affetti da sindrome Nimby e non siamo quelli che sostengono che per potenziare Malpensa bisogna chiudere Linate, così come bisogna chiudere Malpensa tout court: noi abbiamo sempre sostenuto che c’è posto per entrambi e che per “potenziare Malpensa nel pieno rispetto delle regole” ci sono anche strade alternative alla costruzione della terza pista e del polo logistico con relativa espansione del sedime aeroportuale»

Mentre qualcuno ha scritto  «Da parte dei comitati, naturalmente Malpensa è la fonte di ogni male, passato presente e futuro. Diciamolo pure: dire no allo sviluppo significa rinunciare alla possibilità di creare ricchezza e decine di migliaia di posti di lavoro – dichiara il loro presidente Roger Zanesco – Sembra che siamo talmente ricchi da dire chissenefrega di Malpensa. 
Dei 330 ettari di ampliamento previsto nel Masterplan, la terza pista rappresenta una parte minimale che però sarà indispensabile se aumenterà il traffico, come tutti auspichiamo.
Favorevolissimi dunque a questa opera, mentre sul polo logistico le perplessità ci sono anche da parte nostra e siamo pronti a discuterne».

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E audizione sia!!!

Ne abbiamo parlato tantissime volte, sin dal mese di ottobre 2011 quando Mattia Calise, venne a trovarci in brughiera e si prese l’impegno con noi di farci ottenere una audizione da parte delle Commissioni competenti in materia.

Oggi possiamo comunicarvi che il prossimo 21 Marzo 2012 dalle ore 14.30 alle ore 16.00 è convocata la Commissione Mobilità, Ambiente, Arredo Urbano, Verde con il seguente ordine del giorno:

“Audizione del Comitato Viva Via Gaggio riguardante lo sviluppo
dell’aeroporto di Milano Malpensa (Master Plan)”

L'aula Commissioni di Palazzo Marino

Un ringraziamento va al Presidente della Commissione Carlo Monguzzi, ma il ringraziamento più grande e sentito va a Mattia Calise, grande amico di Viva Via Gaggio per il suo impegno, la sua disponibilità a portare la voce di Via Gaggio all ‘interno del Comune di Milano.

*** AGGIORNAMENTO del 13/03/2012 – La notizia sulla stampa locale:
 L’articolo di VareseNews.

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