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Tanta voglia di MaB

Il programma “L’uomo e la Biosfera” Man and the Biosphere – MAB è un programma scientifico dell’Unesco, avviato nel 1971, per sostenere un rapporto equilibrato tra Uomo e Ambiente, attraverso la tutela della biodiversità e le buone pratiche dello Sviluppo Sostenibile.

Tra le sue finalità rientrano: la promozione della cooperazione scientifica, la ricerca interdisciplinare per la tutela delle risorse naturali, la gestione degli ecosistemi naturali e urbani, l’istituzione di parchi, riserve ed aree naturali protette.

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UNESCO E DINTORNI

 

Mentre ci rallegriamo per il riconoscimento ottenuto dal Monte San Giorgio, divenuto anche lui patrimonio dell’Unesco, non ci possiamo che “indignare” per il trattamento ricevuto sulla stampa di questi giorni dal Parco del Ticino.

Negli editoriali dei quotidiani locali e non solo, si registrano le dichiarazioni di gioia ed entusiasmo da parte di Assessori Regionali e provinciali per questo nuovo gioiello italiano e “padano” inserito nella lista dei siti dell’Unesco.

Ma insieme a queste dichiarazione, e scorrendo l’elenco delle bellezze presenti nella nostra zona, non si trova il Parco del Ticino.

Il Parco Lombardo della Valle del Ticino che insieme al Parco Piemontese della Valle del Ticino FA  parte degli 8 siti  italiani, inseriti nell’elenco della Rete Mondiale delle riserve della Biosfera, nell’ambito del programma MAB (Man and Bhiospere)  nel corso del 2002, facenti parte anch’essi del patrimonio tutelato dell’Unesco.

Il primo parco regionale lombardo, istituito per volontà popolare nel corso del 1974, divenuto uno degli ambiti naturali più ricco di biodiversità tanto da ottenere questo riconoscimento, oggi viene (volontariamente?) snobbato dall’elenco dei siti da proteggere e da far conoscere al mondo.

Invece di ragionare sul ruolo di un Parco come quello del Ticino, che ha le carte in regola per diventare Parco Nazionale, lo si “elimina” dagli elenchi, in modo tale da anticipare una sua eventuale scomparsa a causa di Malpensa?

Perché questo? Forse perché il Parco del Ticino è un parco “scomodo”, che viene considerato dai più come il vero “responsabile” della mancata crescita di quella realtà che in molti considerano una vera miniera d’oro per la ricca Lombardia, cioè l’aeroporto di Malpensa.

Questa volontaria e cronica disattenzione o dimenticanza, emerge soprattutto oggi, quando parlando di “rilancio indispensabile” di Malpensa, (ignorando che Malpensa si può sviluppare con le attuali due piste) si pensa di sacrificare il Parco del Ticino, per fare posto alla Terza Pista di Malpensa, al polo logistico e alla stazione ferroviaria presenti nel Piano Industriale di Sea.

L’area dell’espansione aeroportuale, individuata nella zona della Brughiera di Lonate Pozzolo, una della più ricche per biodiversità di tutto il Parco e una delle reti ecologiche dorsali e nevralgiche per l’esistenza stessa del Parco, la si vorrebbe cancellare definitivamente per ampliare il sedime aeroportuale.

Allora dove sta il valore dei siti dell’Unesco, se a fronte di uno che ne entra, uno egualmente importante ma decisamente più vasto viene a mancare? Che senso ha, mettere in atto una lunga serie di interventi anche costosi per ottenere questo ambito riconoscimento, se poi tutto il lavoro viene sommerso da una colata di asfalto e cemento?

Noi del comitato Viva Via Gaggio, abbiamo scritto all’Unesco proprio per denunciare questa situazione, abbiamo deciso di informarli circa il rischio che corre il Parco del Ticino, e mentre ci rallegriamo per il Monte San Giorgio ci piacerebbe che anche per il Parco del Ticino ci fosse una attenzione maggiore da parte delle Istituzioni Varesine e Lombarde e non solo, proprio perché la scelta di “uccidere” un Parco Naturale per una mera “speculazione edilizia” ci sembra una scelta irrazionale e scellerata.

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