Archive for luglio 2012

Osserva tu, che osservo anche io!

Articolo 24, comma 4 del D. Lgs 152/2006 Testo Unico dell’Ambiente.

Entro il termine di sessanta giorni dalla presentazione di cui all’articolo 23, chiunque abbia interesse può prendere visione del progetto e del relativo studio ambientale, presentare proprie osservazioni, anche fornendo nuovi o ulteriori elementi conoscitivi e valutativi.

Questa mattina abbiamo provveduto a spedire al Ministero dell’Ambiente e delle Tutela del Territorio e del Mare le osservazioni relative alla integrazioni volontarie presentate da SEA sul Master Plan.

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Chiarimenti

Avevamo espresso la nostra posizione “a caldo” sulla votazione fatta in Consiglio Comunale a Lonate Pozzolo. Come ricorderete, una posizione di approvazione per quanto emerso con alcuni distinguo.

A distanza di qualche giorno abbiamo potuto leggere alcune dichiarazioni del Sindaco Gelosa in merito alla nostra presa di posizione. Per la precisione e per la correttezza di tutti, riteniamo opportuno fare queste precisazioni:

  • Il Comitato Viva Via Gaggio era presente ai lavori della Commissione del giorno 17 Luglio, dove al punto n° 4 c’era la trattazione delle “Osservazioni alle integrazioni volontarie Master Plan”.
  • In quella seduta il Comitato, così come i Commissari della Commissione hanno potuto solo ascoltare i titoli delle singole osservazioni senza poter leggere o analizzare i contenuti delle stesse;
  • Walter Girardi, a nome del Comitato, nel suo intervento ha presentato e spiegato le Osservazioni che erano già state presentate alla serata pubblica a Tornavento sui seguenti temi: ricollocazione Via Gaggio, Valutazione di Impatto Sanitaria (VIS), Consumo di suolo e Piano del Verde, Peculiarità e unicità ambientale della Brughiera, Inquinamento da gas di scarico e qualità dell’aria;
  • Su questi temi la risposta dell’Assessore Rivolta è stata di condivisione degli argomenti, con tanto di rassicurazione sul fatto che anche nelle Osservazioni di Lonate Pozzolo questi aspetti fossero stati richiamati;
  • Il sindaco Gelosa è arrivato quando i lavori della Commissione erano già finiti, quindi non ha potuto ascoltare quanto era stato detto a nome del Comitato durante i lavori, quali erano state le nostre proposte e quale risposta avevamo ricevuto.

Fatte queste precisazioni è facilmente intuibile la nostra “delusione” rispetto ad una mancanza di riferimento più preciso e puntuale delle Osservazioni presentate in Consiglio Comunale, soprattutto di fronte agli argomenti sollevati in Commissione.

Sarebbe stata nostra premura, a fronte della lettura del testo delle Osservazioni durante la Commissione, rilevare o fare proposte migliorative delle stesse, sempre nell’ottica della collaborazione che ha sempre contraddistinto l’agire del Comitato.

Detto questo, riteniamo sia giusto chiudere qui la querelle con il Comune di Lonate Pozzolo e guardare avanti. Subito dopo la pausa estiva dovremmo ricominciare nella nostra battaglia, ampliandola magari e cercando di far arrivare le nostre istanze dopo Milano e Roma anche all’Unione Europea.

Che dire, continuate a seguirci per avere tutte le informazioni in merito.

Il coraggio delle proprie convinzioni

Non è da molto che si è concluso il Consiglio Comunale di Lonate Pozzolo, dove al punto 4 dell’ordine del giorno sono state presentate e approvate le Osservazioni alle integrazioni al Master Plan di SEA.

Come era prevedibile e auspicabile il Consiglio Comunale di Lonate si è espresso all’unanimità contro il Master Plan.

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Casorate Sempione, un Comune… tosto!

Ieri sera, Casorate Sempione, Assemblea Pubblica (più sotto, il volantino).
L’Amministrazione ha presentato e aggiornato i cittadini sul master plan e sulle osservazioni che faranno sia come singolo Comune che come CUV, rimarcando la loro contrarietà al master plan. È stato affermato a chiare lettere che questo aeroporto sta diventando ingombrante e che deve diventare compatibile con il territorio.
Si sono  poi evidenziati i problemi per la salute che aumenteranno, perché con la terza pista i sorvoli saranno destinati ad aumentare. Quella di Casorate Sempione si dimostra un’amministrazione tosta, perché dalle parole passa ai fatti. Amministrazione tosta, sì. A differenza di altre.

CAMPOGAGGIO /// – 27,28,29 LUGLIO

Dopo il rinvio di settimana scorsa causa maltempo, ecco il nuovo programma del Campogaggio:

Il Volantino in .pdf

Osservazioni

Il limite del 5 di Agosto, come termine ultimo per la presentazione delle Osservazioni alle Integrazioni al Master Plan si sta avvicinando.

Hai ancora tempo per richiedere le osservazioni a posta@viviaviagaggio.it e riconsegnarcele al CAMPOGAGGIO, domenica 29 Luglio 2012 entro mezzogiorno.

Anche nei momenti in cui ti stringo più forte a me

Anche nei momenti in cui ti stringo più forte a me,
quando penso alla fortuna prodiga di doni e al caso
che mi ha fatto nascere fra gente che possiede tutto;
anche quando dovrei star bene ed essere sereno,
e lasciarmi solo stordire dal tuo odore,
rapire dalla tua pelle liscia e bianca,
dalla tua bocca, dai tuoi occhi,
quando le tue mani piccole e mai ferme,
tracciano sulla mia pelle, nel mio cuore,
i segni profondi di un amore eterno;
anche in quei momenti mi sento d’impaccio e confuso.
Mi sento tremante e fragile.
Ma non è la paura della morte che mi intristisce
ché lei è come un’abitudine.
Come una compagna che in fondo mi tiene in vita.
E nemmeno gli anni passati che hanno forse asciugato ogni lacrima
ma non sono riusciti a spegnere l’amore che conservo stretto nel cuore.
È il muso spaurito del cerbiatto cacciato
e il viso rattrappito e coperto di mosche del bimbo affamato,
la sua pancia gonfia e le sue abbandonate e gracili gambine,
è il belato dell’agnello sacrificato ogni giorno alla pasqua del Cristo,
e sono gli occhi della madre impotente a salvare i suoi figli.
È il dolore per la fame, la guerre, la crudeltà
che mi ha da sempre inferto ferite profonde
come fossi io a patire fame, guerra e crudeltà.
È l’offesa fatta ai più deboli,
agli schiavi, ai servi, ai diversi, agli animali,
a tutti coloro che, pur vivi, sono pensati senz’anima
da coloro che, arroganti, non meriterebbero l’averla.
È il dolore che aleggia nell’aria
quando stacchiamo la testa di un fiore,
che mi immalinconisce e mi fa tremare e spaurire.
È il pensiero che forse siamo già morti
quando non sappiamo,
quando non vogliamo sapere,
quando non ci importa di nulla
e chiudiamo gli occhi,
tappiamo le orecchie,
serriamo naso e bocca in uno spasmo rabbioso.
Che mondo sarà
quello che lasceremo ai nostri figli?

di Giuseppe Laino

 

Asinate estive

Giovedì scorso, particolarmente caldo a Tornavento. Non solo per il clima, ma anche perchè il territorio ha risposto in maniera massiccia alla  nostra chiamata. Riflessioni e aggiornamenti sul Master Plan, sulle nuove integrazioni con le relative osservazioni.

Da sinistra. Beltrami, Prati, Girardi, Scolari, Rivolta

Una chiamata a raccolta del territorio fatta da noi per ribadire la posizione di un territorio che vuole contare, che vuole diventare protagonista attivo delle scelte che riguardano il proprio futuro e mai come in questo momento se Viva Via Gaggio chiama, il territorio risponde! e risponde PRESENTE!

La procedura di VIA è aperta e quindi era indispensabile incontrare la gente per aggiornare tutti sulla situazione.

I relatori da noi invitati sono stati Gian Pietro Beltrami, presidente del Parco del Ticino, Laura Prati, Sindaco di Cardano al Campo e presidente di turno del Cuv, Maurizio Rivolta, Assessore al Territorio Ambiente ed Energia del Comune di Vanzaghello. In rappresentanza di Viva Via Gaggio, Walter Girardi. Nessuno di loro si è sottratto al confronto e alle domande posta da Tiziano Scolari, giornalista del quotidiano “La Provincia di Varese”.

Tema principale: il Master Plan con le sue nuove integrazioni. Si è parlato, però, anche di inquinamento da gas di scarico degli aerei, di salute, di brughiera, di territorio.

Il Presidente del Parco Beltrami, per la prima volta ospite di una nostra iniziativa, si è presentato subito dicendosi contento dell’invito. «Faccio e facciamo tutti il tifo per Viva Via Gaggio», ha affermato. Una premessa che sicuramente è un grande apprezzamento per il nostro lavoro di informazione, sensibilizzazione sui rischi che la brughiera e il Parco del Ticino stanno correndo. 

In un intenso crescendo, il Presidente del Parco Ticino poi si è lanciato in una deciso j’accuse contro il Master Plan e contro le «asinate» di SEA. È stato, il suo, un intervento molto appassionato e condiviso da tutta la platea.

Maurizio Rivolta e Laura Prati ci hanno, invece, aggiornato sui movimenti dei Comuni del Milanese e del Cuv, sia sul fronte delle Osservazioni, sia sul fronte della salute pubblica.

Tanti altri argomenti sono emersi anche dal pubblico presente, composto da privati cittadini, ma anche da tanti amministratori dei Comuni vicini e anche dell’Ovest Ticino, ennesimo segnale importante di come questa battaglia ha varcato i confini locali.

Il Master Plan con la terza pista e il parco logistico era in bella mostra sulle cartografie e sullo schermo, usato per proiettare anche una serie di immagini al fine di far comprendere meglio quanto sia grande e vasta questa zona.

C’era tanta voglia di combattere l’altra sera, tanta voglia di partecipare, tanta voglia di far sentire la propria contrarietà a questo progetto.

Ora però bisogna convogliare questa voglia di combattere in atti concreti.

L’altra sera abbiamo presentato e distribuito alcune osservazioni da compilare e spedire al Ministero. Queste osservazioni, così come quelle realizzatelo scorso anno, servono per smentire e sbugiardare le «asinate» che SEA ha messo nel Master Plan. E’ importante che tutti facciano sentire la propria voce e la propria opinione.

Per ricevere queste osservazioni, ci potete scrivere a posta@viviaviagaggio.it. Potrete poi compilarle e spedirle tramite Raccomandata A.R.  al Minsitero dell’Ambiente, oppure riconsegnandocele il prossimo 22 Luglio al Campo Gaggio.

Così facendo darete anche voi un forte e valido contributo alla nostra battaglia! Fatelo! Ora!

Dalla parte della gente…”Luoghi e modi del comune”

Un clima infuocato, la politica internazionale, i piani di salvataggio dell’euro, il patto sulla disciplina di bilancio, il “growth pact” voluto dal ministro francese Holland e ancora l’abilità del nostro presidente del consiglio M.Monti di inserire nelle concertazioni del consiglio europeo del 7 luglio anche uno scudo antispread. La politica internazionale si muove sotto l’urgenza di passi necessari, non per questo strutturali, passi per salvare un progetto politico europeo per ora percepito non come difesa delle persone e dell’ambiente e portavoce di un “mercato etico, o sociale” come alcuni lo definirebbero in modo però poco chiaro.

Evidentemente non voglio parlare sul nostro blog di politica europea, ci vorrebbero altri spazi e altri intendimenti, l’obiettivo è qui di mettere insieme alcune riflessioni estive che in un secondo momento potrei fare oggetto di una trattazione diversa, senza pretesa di esaustività, sicuramente più ampia. Il punto è qui sempre lo stesso, si parla di tensione dei mercati, di esigenze dettate dalla comunità internazionale, di globalizzazione, di diritti e di ambiente (il riferimento è qui alla conferenza sullo sviluppo ecosostenibile di Rio + 20 di cui di recente si è pubblicato un dossier di 49 pagine e 283 capitoli incentrato appunto sulla difesa della biodiversità), ma mai del nodo strutturale ovvero di capitalismo (lo si fa nell’ambito del pensiero ecosostenibile e del “mercato etico” ma non investendo realmente i veri poteri del mercato finanziario, sovranazionale e massimamente disincarnato, compito che dovrebbe attenere agli economisti più avvertiti, quelli insomma che pur non rinunciando ad agire in un clima di Realpolitik – politica reale – sull’esistente, vogliono comprenderlo senza paraocchi nè concordismi di facciata, del tipo; basta un pò correggere il tiro).

Ecco che mi trovo a parlare in modo certo molto diffuso del saggio di Giuseppe Laino pubblicato da EC Edizioni Clandestine nel 2009 e intitolato “Luoghi e modi del comune”. Si tratta di un saggio che con una grande ricchezza di riferimenti bibliografici, ci racconta debolezze del pensiero democratico-liberale e propone una sorta di fede indissolubile non nella solita mediazione tra esigenze del mercato da un lato e diritti dall’altro, bensì il superamento delle contraddizioni in vista di uno scenario nuovo, liberato; quello che l’autore definisce “liberazione dal e del lavoro”; un processo che sovverte le nostre abituali formazioni intellettuali in vista di un modo diverso e radicale di stare insieme. La radicalità non è qui da intendersi nell'”essere più o meno rosso o più o meno adattato al sistema di produzione capitalistica” ma nella fideistica convinzione che un mondo diverso è ancora possibile.

Altro elemento di riflessione; sicuramente chi scrive (non intendo solo me stesso ma l’autore del saggio in primis) tende ad inserirsi in una tradizione, quella di un pensiero critico di sinistra, radicale nel senso di “teso a ben altri fini ed orizzonti rispetto a quelli di una politica ordinaria.”  Anche se delle differenze tra il mio pensiero e quello di Giuseppe Laino esistono, non è questo il punto, ciò che conta è la sostanza o quella sana inquietudine che ci prende quando le “cose intorno a noi, nella nostra cerchia ristretta” sembrano andare bene  e tuttavia  si dà voce, attraverso uno sguardo più attento,  a quell’umanità reietta e vilipesa che popola le nostre città, quegli stranieri che mettono in crisi i nostri “sani valori cristiani” o che ci commuovono dentro perchè ci mettono in crisi; come dire, il mondo non è casa nostra, il nostro telecomando o le nostre piccole e rassicuranti certezze.

Di recente ho avuto modo di leggere un’arguta osservazione di una ragazzina su un giornale (di cui non riporto il nome perchè non importante ai fini di ciò che qui voglio dire) la quale dice: “se tra mille anni gli uomini del futuro dovessero guardarsi indietro penseranno; ma quali erano le loro preoccupazioni? Esodi di massa, disastri ambientali mentre in alcuni paesi progrediti come gli USA (la ragazzina è infatti americana) si va a votare perchè la paura è che i gay si possano sposare, o come da noi, semplicemente veder riconosciuti dei diritti” (ho rielaborato con le mie parole i pensieri della ragazzina). Attraverso l’economia e la filosofia marxista, si cerca in questo testo di fare il punto della situazione, si passa da una valutazione “etica” della democrazia, dei suoi limiti e del fatto che appunto spesso si dovrebbe parlare di dittatura delle maggioranze, per arrivare ad una domanda cruciale; qual’è il giusto tempo della rivoluzione? anche culturale? (di un modo di concepire la democrazia come democrazia realizzata e non democrazia del consenso) non quello del mercato ovviamente, è un tempo nostro, il nostro tempo che ci separa dall’alienazione, dalla perdita di noi stessi nel di fuori.

Dal saggio: “Ma è soprattutto il prolungamento della giornata lavorativa, questa invenzione dell’industria moderna, che accresce la massa del pluslavoro acquisito [..]” quel plusvalore per intenderci che il mercato incorpora nel capitale ed utilizza da un lato per accrescere sè stesso, dall’altro per ideare quella complessa macchina sociale che lo stato, concepito come il tutore dell’ordine dei mercati, mette in campo per attenuare tensioni sociali e in qualche modo rendere più etico il capitalismo (ammesso che ciò sia possibile). Lo stato è però in questa fase “globale” defraudato o superato dalla tirannia dei mercati, e con questa esautorazione del suo ruolo tradizionale, il capitalismo è diventato ancora più difficile da dominare o ammorbidire attraverso adeguate politiche sociali, non a caso ho iniziato parlando di Europa e globalizzazione. I problemi sono ora globali, sia in termini di capitali, sempre più volatili, che in termini di mescolamento di razze e culture sotto l’egida di un “melting pot” sempre più problematico che infine in termini  di tutela ambientale; l’effetto serra con i conseguenti cambiamenti cliamtici o la perdita irreversibile di biodiversità, per non parlare dell’allarmante fenomeno della desertificazione. Tutto questo viene assai bene spiegato all’interno del saggio.

Partendo da queste osservazioni due domande rimangono aperte; non si tratta ovviamente di aderire ad un marxismo piuttosto che ad un altro (io stesso non mi ritengo veramente marxista anche se considero attuali molte delle intuizioni che troviamo in molti marxismi) ma di porci interrogativi ogni volta che vediamo sofferenze, che ci accorgiamo come la nostra ricchezza sia costruita letteralmente sulla povertà di molti e di come l’accettazione dello status quo porti con sè l’imprimatur di una “colpa metafisica” che ciascuno di noi porta con sè nei confronti degli antichi e dei nuovi poveri.

Naturalmente rapporti sociali di un certo tipo, una visione esclusivamente strumentale dell’altro non può prescindere da una “cosalizzazione” della natura che risponde sempre alla domanda: “cosa mi può fruttare la deforestazione o la rapina delle risorse naturali?”. Uomini o donne ridotti a “cose” nel senso di “enti utilizzabili” in vista di “fini pratici” ed esclusivamente “economicistici”; atteggiamento che si accompagna ad un radicale svuotamento delle normali “strutture” di significato ( strutture nel senso di culturalmente acquisite), quell’atteggiamento fenomenologico (sulla fenomenologia e sulla necessità di far parlare il mondo ho già avuto modo di soffermarmi più volte) che mi porta verso una relazione affettiva con l’altro e con il mondo in funzione di fini più alti del semplice sfruttamento di persone e ancora “cose”.

Per finire, si parla molto della simbologia cristiana della croce, del progetto divino della sofferenza, e anche tra chi crede (forse sono tra questi anche se ritengo la fede un atteggiamento piutttosto che un possesso) la domanda sorge spontanea; la croce non è forse simbolo di un trascendere sempre lo status quo, la speranza e la fede di un mondo diverso anche se tutto sembra procedere in una direzione contraria? Il saggio di Laino e la nostra battaglia sembrano nascere da un moto del cuore e da una ribellione interiore, dalla sofferenza che ci provoca il mondo di “qua” e che però vorremmo almeno in parte rinnovare o vedere rinnovato; e così la nostra splendida Via Gaggio! Un mondo di colori, di speranze senza ingenuità, che il vero miracolo possa ancora accadere e forse almeno nel nostro piccolo sta già accadendo…come sembrerebbe suggerire questo saggio con l’immagine della “piramide rovesciata”. Siamo noi a decidere, del nostro futuro e dei nostri territori, e non i vari potentati economici o interessi specifici  e di parte associati più ad una logica speculativa che ad una politica di largo respiro.

Ultima osservazione; i veri attori del cambiamento siamo noi, questa la vera rivoluzione e la vera fede di Giuseppe Laino (e aggiungerei anche la mia); il vero senso di una politica pienamente partecipata, una politica che parta dal basso e che progetti utopisticamente un futuro diverso da quello attuale. Una democrazia che non ricerchi il consenso bensì la “verità”, una comunità che viva il suo territorio e il senso di un’appartenenza radicale, non ad etnie ma a “luoghi” autenticamente vissuti. Da qui la forza del cambiamento che nella metafora della parabola rovesciata condizioni i “vertici della politica cosiddetta alta” dal basso dai veri attori che siamo noi. Per questo rinnovo l’invito al Campogaggio tra pochi giorni, il territorio lo pensiamo noi, lo progettiamo noi, così anche le possibilità di uno sviluppo vero. In momenti di grave crisi le derive populiste sono sempre lì, in agguato, con le loro facili ricette “sviluppiste” che possono avere un effetto dirompente in chi è scoraggiato e ha bisogno di stabilità e sicurezza per il futuro.

Nicola Balice

membro del comitato pro Via Gaggio

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