Informare per far conoscere, informare per far capire, informare per divulgare.
Concetti tanto semplici quanto complicati e a volte difficili da realizzarsi, soprattutto nel bel mezzo di un bombardamento d’informazioni a cui il cittadino medio è sottoposto.
Ci sono posti o giornali di nicchia che però riescono ad infiltrarsi e parlare di piccole battaglie dal grande significato e dal grande valore sociale, civile e anche ambientale.
Se ci pensi bene, caro amico, la nostra battaglia potrebbe essere proprio una di queste, da raccontare superando i confini dell’informazione quotidiana formata essenzialmente da articoli di giornale per essere quindi raccontata in un reportage.
Tutto questo si verificherà nelle prossime settimane proprio perchè lo scorso sabato ci siamo incontrati con Carolina Crespi presso il Centro Parco Ex Dogana Austroungarica di Tornavento , amica di Viva Via Gaggio, bustocca di nascita e torinese di adozione che ha deciso di raccontare la nostra battaglia.
In pieno Via Gaggio style ci siamo seduti sotto il portico della Dogana e abbiamo raccontato di noi, dei nostri inizi, delle difficoltà incontrare all’inizio, delle resistenze e minacce ricevute.
Per la prima volta, abbiamo parlato di noi, di come abbiamo vissuto e di come stiamo vivendo questa avventura.
Fino ad oggi abbiamo parlato di lei di Via Gaggio, assunta a simbolo che racchiude tutte le cose destinate a sparire per sempre qualora venisse realizzato il Master Plan.
E’ stato bello ed emozionante ripercorrere due anni di attività, spiegare l’assurdità del Master Plan, raccontare di quante persone abbiamo incontrato nei centinai da gazebi fatti in questi due anni, nelle serate pubbliche, nelle camminate, al CampoGaggio.
Non abbiamo nascosto nulla del nostro pensiero e di come questo Territorio stia affrontando la situazione, raccontando dei rapporti con gli enti locali, con le altre associazioni e con i cittadini.
Prima di congedarci con un assaggio dei prodotti del Parco del Ticino, una breve apparizione di Ambrogio Milani ci ha permesso di far conoscere a Carolina il personaggio a cui come Comitato Viva Via Gaggio dobbiamo tanto.
E’ stato lui, con la sua caparbietà, che nel corso degli ultimi vent’anni ha recuperato Via Gaggio e i reperti posizionati lungo i suoi tre chilometri, e che ci permette di viverla oggi così com’è. Se non ci fosse stato lui ieri, oggi noi non esisteremmo, e nemmeno Via Gaggio.