Scelte, scelte e ancora scelte

Stiamo ragionando, ormai da circa più di un anno, delle conseguenze derivanti dalla realizzazione della terza pista. Ma vogliamo fare un salto indietro, mettendo da parte per poco le questioni ambientali, per occuparci di scelte.

Si avete letto bene, scelte. Questo perchè dietro ogni azione vi è una decisione frutto di una scelta, e nel caso specifico di Malpensa le scelte sono quelle messe in atto dal suo Presidente e dalla dirigenza che comunemente possiamo individuare come scelte imprenditoriali.

Scelte che nel caso di una spa, devono portare al conseguimento degli utili per gli azionisti.

Se andiamo ad analizzare le scelte imprenditoriali fatte da SEA dal momento in cui Alitalia ha lasciato Malpensa, e le valutiamo a fronte dei risultati ottenuti qualcosa non torna.

Prima osservazione:

Da quando Alitalia è partita i livelli di traffico e di conseguenza il numero dei passeggeri sono aumentati grazie al contributo delle compagnie Low cost, che sono aumentare di numero ma che a differenze di altre compagnie viaggiano con gli aerei pieni. Soprattutto EASYJET è diventata la compagnia più importante, occupando di fatto tutto il terminal 2.

Negli scorsi mesi, SEA ha fatto la scelta di aumentare le tariffe aeroportuali, che vengono pagate dalle compagnie aeree quando atterranno, stazionano e ripartono. Sono quelle che vediamo tra le voci “Tasse Aeroportuali” nel biglietto aereo.

Come è facilmente intuibile questo aumento delle tariffe andrà a colpire maggiormente proprio le compagnie low cost.

La domanda quindi sorge spontanea: ma da un punto di vista imprenditoriale, è opportuno compiere delle scelte che vanno ad incidere direttamente su chi ti ha permesso di rialzare la testa in questi anni dopo che Alitalia ha abbandonato Malpensa?

Anche perché EasyJet non ha mai nascosto la sua contrarietà alla realizzazione della terza (considerata inutile), e soprattutto ha minacciato di lasciare Malpensa se con questo aumento delle tariffe aeroportuali, il costo dei biglietti subirà aumenti rendendo Malpensa meno competitiva per una low cost che sarà costretta ad emigrare verso altri aeroporti.

Seconda osservazione:

Nel 2009 SEA, LUFTHANSA e Comune di MILANO avevano sottoscritto un accordo per far diventare Malpensa il 4° hub di Lufthansa. Le dichiarazioni di soddisfazione e i sorrisi in quel giorno dovevano aver fatto ben sperare gli azionisti .

A distanza di nemmeno due anni, quel progetto è naufragato miseramente. Il grande Hub, la collaborazione forte e sinergica tra SEA e Lufthansa, oggi vengono liquidate con poche parole a cui non crede nessuno. “Lufthansa è solo una delle 110 compagnie che operano a Malpensa!” dicono da SEA in questi giorni.

Ma come?? la grande alleanza, il 4 Hub? Miseramente finito in meno di due anni.

Seconda domanda spontanea: la scelta imprenditoriale è stata valutata attentamente, o era la classica manovra propedeutica per gonfiare la quotazione in borsa e la sottoscrizione di quel 30% di azioni messe in vendita dal Comune di Milano??

Ma gli azionisti a fronte di questi due enormi FLOP, non dicono nulla? Purtroppo sono tutti enti istituzionali politicamente vicini a chi comanda. E non è un problema se gli utili non aumentano, se non si fanno scelte imprenditoriali serie, tanto poi alla fine chi ne paga le conseguenze è sempre Pantalone.

In un paese normale, di fronte a questi due insuccessi, un manager serio si sarebbe già dimesso…ma a quanto pare noi non siamo un paese normale.

Ma ci faccia il piacere

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