Ci sono tanti motivi per cui lottare e difendere via Gaggio. Uno di questi, forse il più importante, è garantire alle giovani generazioni e alle generazioni che verranno, il conforto di una vita sostenibile. In questa battaglia, astenersi non è possibile. Astenersi è uno schierarsi. Per una buona qualità della vita, che cosa è meglio? La terza pista e il polo logistico merci oppure 330 ettari di brughiera e via Gaggio?
I ragazzi hanno già risposto in tanti modi: con una mostra fotografica, con degli articoli di giornale e anche con la loro voce e il loro canto. Ecco:
Le riprese sono avvenute su suggerimento e con il consenso dei genitori.
Oggi la raccolta firme della petizione ha luogo a Tornavento in via Gaggio e a Nosate, zona Santa Maria in Binda. Entrambi i banchetti saranno attivi nel pomeriggio. A Tornavento sono disponibili le magliette di WVG
Posted by Walter on 27 giugno 2010 at 11:53 PM
Astenersi è una cosa vigliacca…soprattutto su un argomento simile. Astenersdi equivale a mettere le testa sotto la sabbia o nsconderla sotto le foglie.
Astenersi significa girare la testa dall’altra parte e comportarsi come se cancellare 330 ettari di brughiera, rendere invivibile un paese intero e cancellare un parco naturale siano cose che non ci riguardino…come se gli effetti non ci toccassero minimamente.
Asternersi signiica essere a favore…
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Posted by Balice Nicola on 28 giugno 2010 at 8:59 PM
L’astensione è un lasciar fare ad altri, un alzare le spalle e un dire: “a che pro?”. Diceva F.Nietsche a proposito dei “non schierati” per mancanza di energia che qui, ci troviamo di fronte ad un nichilismo estremo che nulla ha a che fare con l’oltre-uomo di cui parlava il filosofo (che con un atto di coraggio accetta la vita così come è, nel suo sostanziale non-senso; il che a mio avviso sarebbe già una brutta forma di nichilismo). E’ questo un nichilismo “passivo”, un rattrappimento della coscienza, un’incapacità di alzare la voce perchè si è senza forte, non si crede in nulla, insomma si è dei vigliacchi; di fronte ad uno scempio di tale entità occorre tornare alle piazze come una volta, farsi sentire perchè la politica ritorni alla gente e la ascolti, perchè ritorni ad essere governo della città attraverso il contributo di tutti. La gente si sta facendo sentire, sta alzando la voce e questo è già di per sè un buon segnale; ci si riscopre “cittadini” con diritti inalienabili e tra questi il diritto a poter continuare a godere di un territorio così unico; il parco del Ticino e la Via Gaggio. Chi per disfattismo non firma e si astiene ha fatto il gioco di quei signori che ad un certo punto diranno che loro conosconbo le ragioni del “realismo”, ovvero le ragioni del mercato. Ma così non è; “loro” vogliono solo dire che a pensarci ci sono già loro, che una vera “democrazia” la si fa attraverso i “tecnocrati” che studiano cifre e statistiche. Ora, a questo punto, non voglio negare che un certo “tecnicismo” sia essenziale, ma qui ci troviamo di fronte ad una società per azioni che non valuta parametri quali: “qualità della vita”, “territorio e sua fruibilità” da parte dei cittadini, in poche parole “ecosotenibilità”. Questo non è il compito di chi maneggia numeri o ha interessi di parte da difendere; c’è poi un fatto eclatante in tutta questa faccenda; siamo di fronte ad una “speculazione” che non ha motivazioni “contingenti”; Malpensa viaggia con 18/19 milioni di passeggeri l’anno a fronte di circa 24 di alcuni anni fa (e potrebbe con solo due piste movimentarne molti di più); eppure si pensa ad una terza pista. In questo caso ci troviamo di fronte ad un uso inadeguato di “competenze tecniche specifiche” perchè anche ad essere estremamente “cinici” e trascurare l’aspetto ambientale la terza pista è intutile e “antieconomica” (i cui costi ricadranno sulla comunità); di fronte a tutto questo non ci può essere astensione. Ciò che serve (secondo il mio modesto parere condiviso però da molti, come ho avuto modo di vedere e sentire in questo ultimo periodo) è una visione più generale del problema che valuti l’intervento secondo un’ottica “complessa” che studi relazioni, non “circoscritte” ,ma “problematiche”; in poche parole “contestualizzate” (Malpensa è localizzata in un territorio vivo sia sul piano umano che biologico in senso assai ampio e non in una sterpaglia con poca vita)….Da qui possiamo trarre le nostre conclusioni (e pensare che, forse, una VAS seria e coerente possa far luce sul problema).
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