
Via Gaggio è di tutti, non è di SEA. Foto: © Comitato Viva Via Gaggio
Ieri VareseNews ha pubblicato una lettera di Alessandro Quaglia, membro di un sito di appassionati degli aeroporti lombardi.
L’intento della lettera è di chiarire, ma continuiamo a vederci poco chiaro.
Apprezziamo quantomeno lo stile garbato della missiva: altrove sono piovuti insulti, denigrazioni, calunnie. Di loro ci occuperemo domani. Ecco la lettera di Alessandro Quaglia.
Ed ecco la risposta di Walter Girardi, del Comitato Viva Via Gaggio:
Egregio direttore e cari lettori di Varesenews,
la lettera del Sig. Alessandro Quaglia è la prova che chi vuole a tutti i costi la terza pista di Malpensa non sa nemmeno quali saranno gli impatti che questa infrastruttura porterà con sè, forse perché non si conosce a fondo il territorio o molto più probabilmente perché non ci si vuole preoccupare per niente del territorio.
Essendo nato da queste parti (Tornavento) mi permetto di fare le pulci alla lettera del Sig. Quaglia proprio per mettere in evidenza, nero su bianco, le enormi imprecisioni e mi consenta anche le enormi castronerie contenute.
Punto primo: nessuno e dico nessuno ha visto l’atto di cessione della proprietà di alcuni dei terreni demaniali (non tutti, la stessa Via Gaggio è comunale e non è stato richiesto nessun esproprio, cosi come per alcuni terreni privati); della cessione esistono solo articoli di stampa, da anni sia il Ministero della Difesa che il Ministero dei Trasporti negano l’accesso a questi anni in palese violazione della legge 241/1990 e successive modifiche.
Punto secondo: o il Sig. Quaglia ha ragione e di conseguenza il Mitre sbaglia…oppure è il contrario. Nel senso che prendendo in esame lo studio Mitre è ben individuabile dove si trovi Via Gaggio: sotto la linea della Terza Pista!!!
Sulla bontà dello studio poi mi si permetta di osservare come non sia uno studio “indipendente” nel senso che la richiesta di SEA alla Mitre è stata quella di dire progettami la terza pista, fai il possibile per dire che li ci sta, mentre a rigor di logica la richiesta sarebbe dovuta essere “caro Mitre, visto che ho due piste vicine e sto costruendo il maniglione a sud che le unisce, fino a che punto posso potenziare il mio aeroporto. Tieni presente caro Mitre che questa volta, a differenza della scorsa, devo rispettare TUTTE le leggi europee e nazionali”.
Il fatto che il Sig. Quagli ignori completamente la questione Via Gaggio e Brughiera emerge quando lui stesso afferma “mi preme però sottolineare che la costruzione della pista in sè non cancellerà via Gaggio e il polmone verde ma al massimo ne devierà 300 metri”.
Devierà 300 metri? Verso dove….verso Lonate…verso la superstrada 336? Inconcepibile.
La ciliegina sulla torta però la si ha nel momento in cui si parla degli arbusti di poco valore e piante di poco pregio. Capisco che essere esperti è un conto…ma un conto è esserlo di aeroporti e aerei e un conto è esserlo di piante, biosfera, flora e fauna, concetti secondo il mio modesto parere estranei a chi vuole a tutti costi la terza pista.
E poi dobbiamo smetterla di richiamare le esercitazioni dei militari, siamo nel 2010 e queste sono finte a metà anni 80.
Quanto alla cartografia a cui il Sig. Quaglia fa riferimento come base delle sua affermazioni, la possiamo tranquillamente definire “pubblicità” nel senso che sono proiezioni, nemmeno in scala che fanno parte della presentazione fatta da SEA e ADR alla presidenza del Consiglio dei Ministri di alcuni mesi fa. Quindi una cartografia assolutamente non idonea e non veritiera di tutto quello che oggi esiste in quella zona di
territorio. Ci invita a chiedere informazioni a SEA, ENAC, REGIONE? Faccio presente una semplicissima cosa, alcune settimane fa, durante l’incontro per i piani di rischio tra ENAC e alcuni sindaci del territorio sono state mostrate delle cartine dove veniva simulato l’effetto dei piani stessi, bene nelle cartine di ENAC, ente ministeriale, il tracciato della 336 (non quello di Via Gaggio) non era nemmeno presente, così come non
erano presenti altre costruzione fatte negli anni 80.
Quanto alla zona logistica, mi si deve spiegare perché questa interromperà la Via Gaggio e la terza pista no?
Dobbiamo essere sinceri ed esserlo fino in fondo. SEA negli ultimi anni sta cercando di diventare proprietaria di tutti i terreni demaniali e anche privati, ricompresi tra la S.P. 14 dei Molinelli (la linea del Piave), la S.S 336 e la S.P. 527 Bustese che conduce da Lonate a Tornavento, con un interessamento dei terreni privati a sud della S.S. 336 riconducibili a Via S.ANNA e Via del Gregge a Tornavento fino alla rotonda
dove si trova il Mobilificio Moro.
E questo sta scritto nero su bianco sulla documentazione presentata da SEA per la riapertura del piano d’area di Malpensa.
Come vede direttore noi siamo più che informati e siamo decisamente contrari al fatto che tutta quest’area di oltre 330 ettari venga inglobata nel sedime aeroportuale. Difatto la terza pista rappresenta il cavallo di troia per permette il più grande scempio ambientale della provincia di Varese, della Lombardia e della Padania…visto che chi parla di Padania dice di difendere la terra dei nostri padri.
Il Sig. Quaglia poi si dimentica di citare a frazione di Tornavento,anch’essa destinata a sparire per colpa della terza pista. Come è possibile ignorare una frazione intera dove vivono oltre 400 persone? Se questo è il rispetto per gli individui, Dio ci salvi!!!
irrimediabilmente cancellate dalla terza pista di Malpensa e dai progetti espansionistici dell’aeroporto.
Un cordiale saluto
Walter Girardi, Comitato Viva Via Gaggio.
Ad Alessandro Quaglia hanno risposto due cari amici di VivaViaGaggio: Francesco Calò e Marina Premoli.
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